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I portieri giallorossi fanno i fenomeni? Merito di Savorani

Quando Alisson è andato al Liverpool lo ha ringraziato chiamandolo «Maestro». Quando Szczesny è andato alla Juve ha detto a tutti: «Se sono cresciuto così tanto è merito di una persona». Quando Olsen è tornato per la prima volta in Svezia dopo gli allenamenti con la Roma aveva un sorriso grande così: «Non ho mai lavorato tanto in vita mia». Si dice che spesso a Trigoria, quando Marco Savorani decide di mettere sotto i portieri, le urla si sentano fin dentro gli uffici. Quello che è stato eletto il miglior preparatore della A non è esattamente un allenatore che ama lavorare in silenzio: si fa sentire quando serve anche con toni e modi molto aspri (per informazioni chiedere all’ex Primavera Machin), ma le sue parole e le grida conquistano i giocatori. E infatti hanno conquistato tre portieri che più diversi tra loro, tecnicamente e come carattere, non potrebbero essere. (…). Ama poco le interviste, ancor meno gli allenamenti in gruppo – pur sapendo che il portiere moderno è il primo ad impostare l’azione – e delle sue sedute personalizzate si parla parecchio in Serie A. Fa rivedere gli errori e le cose positive fatte sia in partita sia a Trigoria, crede nel dialogo, pretende che i portieri parlino in italiano coi difensori e vuole che la metodologia di lavoro sia uguale per tutti. Varia magari l’intensità ma, per essere chiari, Fuzato che non gioca mai fa gli stessi allenamenti di Olsen che gioca sempre. Le sue sedute durano sempre più del normale, iniziano prima rispetto ai giocatori di movimento e terminano dopo, e insistono tanto sui fondamentali, che a suo dire devono essere allenati anche da chi è più in là con l’età. (…). Ora l’obiettivo è blindarlo: il Milan pensava a lui, soprattutto con Montella, per aiutare Donnarumma. Ad Allegri, con cui ha giocato a Pescara, piacerebbe averlo. Alisson farebbe carte false per portarlo in Inghilterra. Ma al cuore non si comanda. E visto che la sfida con Olsen è appena iniziata, Savorani non sembra aver voglia di cambiare aria. Non è ancora tempo che il Maestro diventi Teacher.

Fonte: Gasport

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