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Schick minaccia Dzeko

Schick

(S. Carina) – Magia di un gol. Ha la forza di cancellare il pregresso, vicino e lontano. E così, anche se all’inizio della gara fai una doppia piroetta su te stesso per restare sulla medesima mattonella con l’avversario che ti sottrae la palla tra il brusio dell’Olimpico incredulo, arriva il gol e non lo ricordi più. Oppure anche se per un’ora non tocchi un pallone e tal Colley sembra esser diventato per un pomeriggio il miglior Koulibaly, all’improvviso la magia del gol ribalta sensazioni e considerazioni. Quello che Jorge Valdano definisce «il problema, il dettaglio cruciale, la chiave che apre una porta», dopo tanta attesa Shick l’ha trovato. E ora, la speranza, è che quella chiave sia una sorta di passe-partout. Le avvisaglie ci sono: se fino a poco tempo fa l’attaccante giallorosso non segnava nemmeno a porta vuota, ora riesce a permettersi un pallonetto in corsa con la propria nazionale contro la Slovacchia, paragonato dai media cechi ad un cucchiaio alla Totti. Patrik se la ride. E se permettete, per chi lo ricorda sempre incupito, malinconico e triste quando veste giallorosso, anche questa è una notizia: «Sto fisicamente bene – dice l’attaccante – e so che per crescere ancora devo sfruttare le occasioni che mi capitano. Ho avuto poche possibilità di segnare, ma sono abituato nella Roma. Quando è così, devo comunque riuscire a fare gol. Questa rete può aiutarmi tanto. La mia non è una situazione semplice? Non ce ne sono di facili, anche se lo sembrano. Il mestiere dell’attaccante prevede i gol». 

FIDUCIA RICONQUISTATA – Paradossalmente ora arriva il più difficile. Perché dopo essersi sbloccato, Patrik non deve fermarsi. E pazienza se dovrà farlo partendo dalla panchina. Nella Sampdoria gli riusciva così bene che due anni fa divenne il calciatore che segnò di più in campionato (7 reti) subentrando a partita in corso. Trovare più spazio e far cambiare idea a Di Francesco, dipende da lui. Anche Cutrone nel Milan, all’inizio della stagione, aveva lo stesso problema. E il mostro sacro (Higuain) davanti al giovane italiano, non era certamente inferiore a Dzeko. A furia di gol e prestazioni importanti, Cutrone ha convinto Gattuso a cambiare modulo (da 4-3-3 a 4-4-2) e ora gioca titolare vicino all’argentino. Eusebio sarebbe felice di avere di questi problemi. Il fatto è che un gol, quello del 2-0 alla Sampdoria, non basta. E poi non è detto che Dzeko non riposi. Il bosniaco con quindici gare su sedici, tra campionato e Champions, a cui aggiungere l’en-plein in nazionale (sei su sei), ha già raggiunto in stagione quota 1882 minuti sui 1980 effettivi a disposizione. Finora in campionato non ha giocato una sola volta, in casa contro il Frosinone, mentre è partito dalla panchina nell’ultima sfida, quella con la Sampdoria, entrando poi nella seconda parte della ripresa. Ora la Roma ha tre gare ravvicinate (Udinese, Real Madrid e Inter): difficile che Edin le giochi tutte. Schick deve farsi trovare pronto. In nazionale è leader (3 gol nelle ultime 5 gare), alla Roma fino ad oggi è sempre stato sotto esame. Anzi, fino allo scorso 11 novembre. Adesso ha la leggerezza di chi s’è tolto un fardello. L’importante è che sia consapevole che quel gol ai blucerchiati è solamente un punto di partenza. E non di arrivo.

BLITZ INGLESE – Partenza e arrivo che hanno contraddistinto la giornata di ieri di MonchiBalzaretti e Massara. Il ds, accompagnato dai due collaboratori di mercato, è volato a Londra dove ha presenziato come relatore al convegno di Transfer Room. Non escluso che i tre possano aver incontrato anche Baldini. In serata sono poi tornati nella Capitale. Gennaio, ormai, è dietro l’angolo.

Fonte: Il Messaggero

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