Sullo Stadio della Roma negli ultimi tempi il quadro politico e giudiziario è cambiato, non fosse altro perché le indagini hanno confermato l’estraneità della Roma (e dello stadio) dal sistema corruttivo di Parnasi e Virginia Raggi è stata assolta dall’accusa di falso nel processo di primo grado in cui era imputata per la nomina di Renato Marra al Dipartimento turismo del Comune di Roma. Ed allora le aspettative avanzano. In primis, ovviamente, della Roma, che esige che il suo diritto acquisito (lo stadio) possa avere presto il via libero definitivo. La pazienza di Pallotta non è infinita, come disse proprio a ridosso degli arresti: «Senza stadio mi verrete a trovare a Boston». [..] La Roma si attende che tutto vada in porto entro marzo, poi serviranno almeno 6 mesi per la bonifica del sito (sperando che non ci siano ritrovamenti archeologici), la stesura dei contratti di finanziamento e il lancio delle gare europee per le infrastrutture. Realisticamente, entro fine 2019 potrebbero iniziare gli scavi, poi saranno necessari altri 24-30 mesi per l’apertura dello stadio. Il che vuol dire estate 2022. Nel frattempo, il nuovo management di Eurnova (la società che era di Parnasi) sta parlando con alcuni soggetti per la cessione dei terreni. Terreni per la cui valutazione economica è di basilare importanza l’ok definitivo al progetto: da soli hanno un valore, con il diritto a costruire tutt’altro. In tal caso, una stima balla tra i 40 e i 50 milioni. La Roma è interessata a rilevarli, ma la contrattazione spetta a Eurnova. Di certo c’è che per accelerare a Trigoria sono pronti anche ad un ulteriore sacrificio.
Fonte: gazzetta dello sport