(L. D’ALBERGO) – Non solo lo scoglio politico, quel manipolo di consiglieri 5S che su Tor di Valle ora ha ben più di un dubbio. Per ricomporre il puzzle del nuovo stadio della Roma, la sindaca Virginia Raggi dovrà farsi sentire anche dagli uffici.
Dal dipartimento Mobilità ai tecnici dell’Urbanistica, non si parla d’altro. Il primo parere del Politecnico di Torino, la bozza che definisce «catastrofica» la viabilità attorno al futuro impianto giallorosso, ha dato la scossa. Chi si sta occupando dell’inchiesta interna sul progetto presentato dal club di Trigoria e dall’Eurnova del costruttore Luca Parnasi, arrestato nell’inchiesta per corruzione nata attorno all’affare stadio, sa di rischiare in prima persona. Deve mettere la loro firma in calce alla due diligence richiesta dalla prima cittadina grillina e all’intera operazione. Per questo attendono il responso definitivo del Politecnico, a questo punto determinante. Arriverà il 9 gennaio e potrebbe spostare gli equilibri: se il contenuto non cambierà, dirigenti e funzionari minacciano l’ammutinamento.
Spaventano le valutazioni provvisorie degli ingegneri piemontesi sulle simulazioni dei flussi di traffico dei privati, sia quelle che registrano i classici ingorghi mattutini che quelle nei giorni delle partite. Per ora, salvo ripensamenti nel dossier finale, prefigurano la paralisi dell’area di Tor di Valle. I proponenti, Roma ed Eurnova, attendono. Sono fiduciosi: quei dati, ripetono come un mantra, non hanno rilevanza giuridica.Non toccano la conferenza dei servizi, chiusa positivamente. Dicono che le stesse «catastrofiche» simulazioni sono scritte in modo «professionale». Quanto basta per non mandare a monte 2.500 giorni di trattativa. La palla allora torna a Raggi, stretta tra i timori dei suoi consiglieri e dei dirigenti capitolini.
Fonte: La Repubblica