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Pallotta sbotta ancora: “Una disgrazia, imbarazzanti”

(E. Menghi) – Il finale è tragicomico e nel sorriso a denti stretti di Di Francesco sul 2- 2 c’è tutta l’incredibile storia di questa stagione. Il suicidio di Cagliari è solo l’ultimo capitolo, di cui Pallotta dà sua lucida lettura a distanza: “E’ una disgrazia, un disonore. Questa squadra non si rende conto che le partite durano 90 minuti. Imbarazzante”. E’ deluso e arrabbiato il presidente, a cui non è affatto piaciuta la prestazione dei giallorossi, e ci mancherebbe. Stavolta non sono i torti arbitrali a far gridare alla vergogna, è la Roma ad avere molto da rimproverarsi per aver buttato via la vittoria che aveva in pugno, un risultato importantissimo per rialzare la testa, e invece non è stata in grado di portare a casa, perché la reazione dei sardi l’ha intimorita, perché un leader comeManolas ha fatto un errore da principiante, perché semplicemente non sa più vincere. E’ un vero film dell’orrore quello che sta vivendo quest’anno, una replica amara di tante, troppe, rimonte subite. Dal 2-0 al 2-2, come contro il Chievo a metà settembre, anche lì gol di Cristante, prima ancora di El Shaarawy, e poi un secondo tempo da incubo, le reti di Birsa e Stepinski a far piovere fischi all’Olimpico.

Il copione molto simile riproposto ieri alla Sardegna Arena, con una grande differenza che moltiplica i rimpianti: il Cagliari aveva appena subito la doppia espulsione di Srna e Ceppitelli a recupero inoltrato e in 11 contro 9 non c’è alibi che tenga, né preghiera al Divino Amore che curi tutti i mali. Prendere gol al 95′ non è da grande squadra. L’ultima volta in cui i giallorossi si sono fatti rimontare in Serie A pur essendo in superiorità numerica era il settembre del 2012 e si giocava Roma-Sampdoria all’Olimpico, con Zeman in panchina e, caso vuole, lo stesso Mazzoleni ad arbitrare: in vantaggio con il gol di Totti, ci pensò Munari a fare l’1-1 nono-stante l’espulsione del blucerchiato Maresca.

La Roma a Cagliari è stata in campo per un’ora piena, sembrava avere tutto sotto controllo tanto da rendere la partita a tratti noiosa, magari ha peccato di egoismo in certe situazioni che poteva sfruttare meglio, ma i gol di Cristante e Kolarov dovevano bastare. E invece ecco un altro harakiri,di quelli che fanno male ala testa e alla classifica, che racconterebbe una storia diversa se le partite finissero prima, prima di staccare la spina e dissolversi, prima del gol di Cutrone al 95′ a San Siro dopo il botta e risposta Kessie-Fazio, prima anche della rete al fotofinish di Mertens a Napoli.Sono 3 punti persi, 5 con i 2 buttati ieri. Chi paga per questo “spreco”? A diretta domanda sull’esonero dell’allenatore Pallotta preferisce non rispondere, al termine di una gara così surreale nessuno aveva voglia di prendere una decisione importante, si cerca di mantenere la calma nella bufera, ma da oggi, a mente lucida, Monchi, il presidente e gli altri dirigenti cominceranno a fare una riflessione seria sul futuro di Di Francesco, perché pure se le colpe non andrebbero imputare solo a lui, anzi molto viene scaricato sui giocatori (ma niente ritiro al momento), è l’unico sostituibile, l’unico pezzo che la Roma può cambiare in corsa.

Fonte: gazzetta dello sport

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