Non gioca due gare di fila in campionato dal primo minuto da dieci mesi. Basterebbe questo dato a far capire quanto sia stato complicato il 2018 di Diego Perotti. L’ultima volta che Di Francesco in A lo ha fatto partire per due volte dall’inizio la Roma giocava contro Milan e Napoli, poi l’argentino ha dovuto fare i conti con caviglie, flessori e polpacci, ma durante i 70’ scarsi col Sassuolo ha dimostrato quanto può essere importante per la Roma. Nessuno ha la sua capacità di saltare l’uomo, ecco perché fino all’ultimo Di Francesco ha sperato, e forse spera ancora, di riuscire a schierarlo subito. Giovedì, come ha detto Di Francesco, aveva ancora addosso parecchie tossine della sfida contro il Sassuolo, e le risposte date nella rifinitura sembrano aver confermato i timori del tecnico. Il sì finale ci sarà solo stamattina, perché molto dipenderà anche dalle sensazioni di Diego stesso, ma con ogni probabilità non sarà lui l’arma in più dell’attacco, dall’inizio, (…). Perottinon ha alcuna intenzione di lasciare la Capitale, nonostante anche ieri i media argentini parlassero – di nuovo – dell’interessamento del Boca e del Villarreal. Lui ha bisogno della Roma per essere felice, la Roma ha bisogno di lui per andare avanti in Champions e in campionato. A giugno, poi, si vedrà.
Fonte: gazzetta dello sport