Le strade di Inter e Spalletti si separeranno a fine stagione. L’unico modo che l’allenatore toscano avrebbe di proseguire la sua avventura nerazzurra sarebbe legata ad un successo importante, ad esempio quello dell’Europa League o in Coppa Italia condito da un finale di campionato brillante con alcuni successi che fanno medaglia (battere la Juventus, ad esempio) e la qualificazione certa alla prossima Champions League. Condizioni che i tifosi dell’Inter di sicuro si augurano ma che, vista la stagione sembrano abbastanza difficili da realizzare. E così ecco che si comincia già a pensare ad un cambio di allenatore.
Spalletti ha fatto bene ma non benissimo e non sono in pochi in società a pensare che uno dei freni alla crescita definitiva della squadra risiedano proprio nella cabina di comando. La squadra sta facendo una stagione da 6,5 in pagella; ha fatto il suo in Champions, anche se i rimpianti dopo le prime due giornate, sono enormi, ed in campionato viaggia per un abbastanza tranquillo terzo posto. Manca però la scintilla, il gioco brillante, la crescita di personalità. A Spalletti poi vengono imputate alcune colpe legate al mercato. Fu lui a volere Vecino lo scorso anno, fu lui a volere a tutti i costi Nainggolan l’estate scorsa (scelta che comportò il mancato riscatto di Cancelo).
Si guarda quindi al futuro ed i nomi sull’agenda sono due: Antonio Conte e Josè Mourinho. Al di là di questioni sentimentali (il primo, ex juventino, il secondo per i nerazzurri semplicemente lo “Special One”) si cerca di pensare alla mera pratica. La prima scelta sarebbe infatti quella dell’allenatore italiano. Conte però (come già detto alla neo dirigenza del Milan che aveva chiesto informazioni) preferirebbe una big europea ed è convinto che tra Manchester United e Psg una delle due busserà alla sua porta.
Ci sarebbe poi il portoghese che tornerebbe di corsa a Milano (come detto senza troppo mistero nelle ultime interviste piene di amore verso l’Inter). La decisione non verrà presa in tempi brevi ma nemmeno rinviata troppo anche perché ci potrebbe essere un cambio di modulo tattico e quindi altre scelte di mercato da fare.
Fonte: Panorama.it