(M. Allegri) – Migliaia di contravvenzioni cancellate ad amici, parenti e ai vip della Capitale, che girando in macchina tra le strade del Centro avevano attraversato incuranti i varchi Ztl. Consapevoli, per gli inquirenti, di poter trovare un aiuto tra alcuni dipendenti del Dipartimento risorse economiche del Campidoglio, abituati a insabbiare le pratiche e a fare sparire nel nulla multe per più di un milione di euro. Un milione e 2.702 euro, per l’esattezza. Cifra che, ieri, è stata sequestrata dalla Guardia di finanza. La nuova tranche dell’inchiesta Multopoli – esplosa nel 2013 con l’arresto di due dipendenti dell’Ufficio contravvenzioni di via Ostiense – ha numeri da record: 197 indagati per truffa e falso, compresi 4 tra dirigenti e funzionari capitolini. Tra loro, anche l’ex direttore del dipartimento, Pasquale Libero Pelusi. Sotto inchiesta anche Patrizia Del Vecchio, soprannominata negli uffici la zarina – che non è stata colpita dal provvedimento di sequestro – e le due segretarie di Pelusi, Laura Cirelli e Maria Rita Rongoni. Tra i beneficiari del trattamento di favore – 193 in tutto – ci sono attori, funzionari, pubblici ufficiali e nomi noti del mondo del calcio. Uno su tutti: il patron della Lazio, Claudio Lotito. Per il pm Francesco Dall’Olio, titolare del fascicolo, grazie all’intervento dei funzionari infedeli, avrebbe ottenuto la cancellazione di contravvenzioni per più di 26mila euro. Multe elevate nei confronti di auto intestate a società riconducibili al presidente biancoceleste: la Roma Union Security srl e la Snam Lazio Sud srl.
IL PATRON DELLA LAZIO – Per l’accusa, Lotito e i legali rappresentati delle aziende, appoggiati dai dipendenti capitolini, avrebbero dichiarato che le vetture erano state utilizzate per la scorta del numero uno della Lazio. Circostanza falsa, secondo chi indaga: le auto sarebbero state usate per servizi aziendali. Così, anche sui conti delle società di Lotito ieri è scattato il sequestro. Agli atti, i tabulati telefonici che dimostrerebbero i contatti tra il presidente e uno degli indagati. E la mail di una delle funzionarie, che racconta di avere avuto un incontro con lui per chiarire la questione. Poi, la richiesta – rigettata dalla Questura – di inserire le targhe delle auto nella «white list della Polizia locale in relazione allo stato di protezione». Tra gli indagati anche Vittorino Sammartino e Fabio Sansolini, carabiniere in pensione e poliziotto. I fatti contestati risalgono al biennio dal 2012 al 2014.
I LOCALI – Nella lista delle cancellazioni anomale risultano anche verbali a carico di veicoli riconducibili a bar e locali del Centro, come il Caffé Ciampini, a piazza San Lorenzo in Lucina e una gastronomia di piazza Venezia. Davide Colaneri, titolare di società di noleggio auto, avrebbe ottenuto l’annullamento di sanzioni per 792.576 euro. Con un trucco: «l’applicazione – illegittima – della normativa comunale e ministeriale che consentiva la dilazione temporale delle somme dovute per le imprese interessate dall’alluvione dell’11 dicembre 2008» in zona Tiburtina, si legge nel decreto di sequestro emesso dal gip Anna Maria Fattori. Non è tutto. Pelusi e la Del Vecchio sono indagati anche per violenza privata. Avrebbero reso la vita impossibile alla collega Emma Coli che, accorgendosi delle anomalie, aveva fatto reclami e segnalazioni: è stata demansionata, sottoposta a quattro procedimenti disciplinari e pure querelata. Era stata proprio la Coli, con le sue denunce, a fare scattare le indagini.
GLI ESCAMOTAGE – Gli escamotage per cancellare le contravvenzioni erano vari: firme false e pratiche taroccate, macchine di privati cittadini fatte passare come vetture utilizzate per servizi di polizia giudiziaria, con tanto di carte intestate dei commissariati Trevi e San Giovanni e di stazioni dei carabinieri. E ancora: sanzioni cancellate perché inserite nella lista riservata a politici e appartenenti alle istituzioni, che hanno l’autorizzazione per transitare nelle Ztl. Dalle indagini è emerso che, in totale, dal 2008 al 2014, sarebbero state circa 14mila le posizioni «debitorie» illegalmente cancellate, per un totale di 16 milioni di euro. La maggior parte delle contestazioni risulta prescritta a livello penale, ma gli accertamenti proseguono alla Corte dei conti.
Sul caso è intervenuta la sindaca Virginia Raggi, che ha espresso «un ringraziamento alla Procura per la lotta alla corruzione in una città che, come sottolineato sabato dal Procuratore Pignatone, deve impegnare tutte le proprie risorse per ripristinare giustizia e legalità».