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Diga giallorossa

De Rossi

(E. Menghi) – Con o senza di lui fa tutta la differenza del mondo: De Rossi cambia la Roma. Non è bastata la sua presenza per evitare il gol di Piatek, ma è contro il Milan che si è capito quanto il capitano fosse mancato ai compagni, soprattutto a chi gioca alle sue spalle. Difensore aggiunto, play formidabile e mister in campo, è a 360° un giocatore insostituibile, anche a 35 anni, anche quando il fiato finisce. E ci mancherebbe, dopo oltre 3 mesi di stop e 90 minuti da leader. Di Francesco si è aggrappato a lui nei momenti più difficili, è l’uomo con cui si relaziona durante le partite, quello a cui affida il compito di dirigere la squadra, sia tatticamente sia mentalmente: “So quanto ci sia mancato, la sua presenza – ha sottolineato il tecnico dopo l’1-1 coi rossoneri – può determinare il sistema di gioco: sapete quanto mi possa piacere il 4-3-3, l’ho fatto per dare con Daniele maggiore protezione alla linea difensiva. E con lui in campo la difesa ha lavorato meglio, lo ha dimostrato l’anno scorso”.

Una tesi sostenuta dai numeri: in questa stagione sono 16 i gol incassati con De Rossi in campo (media di 1,14), 30 senza di lui (1,5), in quella passata si va dai 21 in 32 presenze (0,65) ai 27 in 26 (1,03). Il totale ritrae al meglio le due facce della Roma, con lui la media è di 0,80 e senza 1,23. Come se si spegnesse la luce. E questo “buio” fa paura se si pensa che tra 4 mesi il contratto del capitano giungerà alla fatidica scadenza, senza che in rosa ci sia un sostituto in grado di non farlo rimpiangere. Ma, sia chiaro, la società non ha nessuna intenzione di far smettere il suo numero 16 e sarebbe pronta a fargli firmare il rinnovo se il fisico lo supporterà e lui per primo si sentirà sicuro di poter dare un contributo.

De Rossi ha testato il ginocchio fragile contro il Milan, ha resistito per 90 minuti nonostante la stanchezza che, inevitabile, si è fatta sentire al rientro da titolare dopo 98 giorni e adesso nessuno vorrebbe toglierlo dalla cabina di regia, ma fargli giocare 3 partite in 10 giorni potrebbe essere un rischio troppo grande, perciò un ragionamento va fatto. Nzonzi ritorna dalla squalifica assieme a Cristante e venerdì col Chievo potrebbero essere loro due i mediani prescelti davanti alla difesa, permettendo al capitano di riposarsi in attesa dell’andata degli ottavi con il Porto, in programma martedì 12 all’Olimpico. De Rossi deve gestirsi, ieri alla ripresa degli allenamenti ha fatto scarico assieme ai (pochi) compagni scesi in campo domenica, mentre i suoi “colleghi” azzurri erano in prova dal ct Mancini a Coverciano (stage per Florenzi, El Shaarawy, Zaniolo, Pellegrini e Cristante: tornano oggi pomeriggio a Trigoria, alle 15 seduta diretta da Di Francesco, ieri assente perché a Francoforte per il meeting Uefa) e gli infortunati Jesus, Perotti e Under lavoravano individualmente. Un piccolo progresso per le due ali, che non hanno smesso di sperare nel rientro per la Champions.

Fonte: il tempo

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