(E.MENGHI) – Uno sale, l’altro scende. Uno strappa i primi applausi a scena aperta, l’altro esce tra i fischi. Karsdorp e Florenzi si sono scambiati i ruoli, in tutti i sensi. L’olandese nel 2019 è rimasto in panchina solo a Firenze, mentre la squadra crollava sotto i 7 colpi viola uscendo a testa bassa dalla Coppa Italia, ma nelle altre 4 partite – 2 vittorie e 2 pareggi – era a fare (buona) guardia sul lato destro della difesa. Novanta minuti li ha fatti solo all’inizio di questa serie positiva, ma dopo un anno e mezzo trascorso a combattere con le ginocchia rotte è normale che debba ritrovare la migliore condizione e che la vera sfida sia sulla continuità. Ora, finalmente, la sta trovando e Di Francesco, seppure in ritardo, si sta godendo il terzino che Monchi aveva comprato due estati fa per fargli fare il titolare.
L’Olimpico sta imparando a conoscerlo e ad apprezzarlo, contro il Milan l’ha anche omaggiato dopo aver vinto un duello, in bello sti le, sotto la Monte Mario: è stato uno dei pochi a ricevere applausi, oro colato in questi tempi di contestazione. Qualche difettuccio da correggere c’è, ma sta migliorando anche in fase difensiva e grazie a fisico e personalità non ha paura di farsi tuttala fascia e crossare dal fondo, come in occasione del gol di Zaniolo ai rossoneri. Non a caso Monchi aveva investito su di lui 14 milioni di euro (più 5 di bonus) per portarlo da Rotterdam a Trigoria: dopo un eterno calvario che aveva fatto temere il «flop» di mercato, si vedono le qualità su cui la Roma aveva scommesso con uno sguardo al futuro. «Sono un combattente, ho sempre lottato per il mio posto e ora sto avendo l’opportunità di mettere in mostra quello che so fare», ha sottolineato Karsdorp dopo l’1-1 di domenica.
E la sua esplosione, attesissima, sta inevitabilmente mettendo in ombra Florenzi, che non si aiuta nemmeno da solo e «paga» coi fischi dei suoi tifosi lo scotto più grande. Il vicecapitano romanista sta attraversando un momento difficile, nel 2019 l’unica apparizione da terzino è stata nell’imbarazzante sconfitta per 7-1 contro la Fiorentina ed è stato uno dei protagonisti in negativo di quel pomeriggio da dimenticare, poi, da jolly ha dato una mano per 25 minuti a Bergamo e per 65 col Milan, apparendo sempre fuori forma e fuori partita. Lui come Karsdorp è reduce da un doppio infortunio al ginocchio e sembra esserne ancora un po’ condizionato, forse frenato. E la tanto apprezzata duttilità gli si sta ritorcendo contro adesso che c’è un esterno difensivo in palla e davanti, pure nell’emergenza (Under e Perotti continuano il lavoro individuale), sia Zaniolo sia Schick hanno fatto belle figure.
Trovare un posto a Florenzi non è più così semplice, i tanti impegni ravvicinati (4 partite in 3 settimane tra campionato e Champions) dovrebbero comunque permettergli di entrare nelle rotazioni, mentre Santon dopo il buon avvio in giallorosso si deve accontentare di fare la riserva, ma su due fronti: con la partenza di Luca Pellegrini a gennaio, è il primo candidato a sostituire Kolarov.
Di Francesco un minimo di turnover potrebbe farlo già a Verona, in vista della sfida col Porto martedì, e sta riflettendo su chi far rifiatare: De Rossi, per esempio, dopo i 90 minuti col Milan potrebbe lasciare la regia a Nzonzi, anche sela Roma ha bisogno di vittorie in campionato e col suo mister in campo sembra tutto più semplice.
Fonte: Il Tempo