(E. Menghi) – I primi mesi sarebbero dovuti essere i più difficili, un po’ perchè il passaggio dalla Superliga danese alla Serie A poteva richiedere un periodo di adattamento e un po’ perchè il fantasma di Alisson era lì a minacciarlo, invece Olsen non si è fatto schiacciare né dalla maggiore competitività del campionato italiano né dalle aspettative. Sembrava l’erede perfetto del numero uno brasiliano, l’uomo giusto per evitare un rimpianto. Ma la luce iniziale si è spenta, la papera col Genoa a metà dicembre è stata tanto clamorosa da lasciargli traccia di un errore da cui non è riuscito a liberarsi. Il tiro innocuo di Piatek gli era passato sotto le gambe e lo stesso attaccante, che nel frattempo ha cambiato casacca, al 26′ di Roma-Milan l’ha infilato di nuovo. Il replay di un incubo che sembra avergli tolto fiducia. Dall’1-1 contro i rossoneri lo svedese non ha più difeso i pali romanisti, Mirante se ne è preso cura mentre lui curava l’infortunio al polpaccio e non ha affatto sfigurato: rete bianca a Verona e un gol subito dal Porto in Champions, per un totale di due vittorie. Il vice d’esperienza si è fatto trovare pronto nel momento del bisogno, ma adesso Olsen deve riprendesi maglia e responsabilità. Col Bologna tornerà in porta con l’obiettivo di tenerla inviolata, come è riuscito a fare solamente 4 volte in 21 presenze. Troppo poco. Soprattuto se al comando della classifica meno battuti nei 5 maggiori campionati europei c’è il fantasma Alisson con 14 “clean sheet” in 26 partite giocate. La Serie A sale sul podio, al secondo posto, grazie all’interista Handanovic a quota 12, segue Ederson del Manchester City. Olsen? Settantaseiesimo. Sempre che non si guardi la classifica rete inviolata/presenze in percentuale, perchè in tal caso lo svedese precipiterebbe con il 19% al 91esimo posto. I gol subiti sono 29, uno ogni 65 minuti, ovvero 1,38 a gara. Il predecessore brasiliano a Liverpool ne ha incassati 15, per una media di 0,58 a match. Seppure in ritardo, le differenze cominciano a pesare e Olsen ha bisgno di ritrovare se stesso al più presto perchè la Roma ha bisogno di blindare la porta. Una mano in più in questo senso l’ha data De Rossi ma il capitano deve gestirsi (ieri palestra) e stavolta dovrebbe restare in panchina, lasciando la regia a Nzonzi. Col Bologna potrebbe rivedersi Jesus in coppia con Manolas, Karsdorp e Schick sono out, Perotti e Under sperano nella convocazione (decisiva la rifinitura) e per la maglia libera sulla fascia destra del tridente si prenota Zaniolo.
Fonte: il tempo