(M. Ferretti) – La Roma vince la partita che doveva vincere per guardare il Diavolo più da vicino. Ma quanta sofferenza. Troppa, come è accaduto un sacco di volte nel passato più o meno recente. I giallorossi portano a casa tre punti e, per questo, devono ringraziare, tanto, lo svedese Robin Olsen che para tutto quello che era possibile (e assolutamente non semplice) parare. Il successo porta soprattutto la sua firma, a legger bene la cronaca.
Partita complicata, secondo pronostici. Bologna attento nella fase di palleggio, Roma meno ordinata ma più rabbiosa quando entra in possesso del pallone. Nulla di straordinario, comunque, per via della serata in sordina di troppi elementi con la maglia rossa. La squadra di Di Francesco sembra aspettare le mosse del nemico prima di mettersi in moto oppure, probabilmente, non ce la fa proprio a prendere in mano le redini della partita. Troppi errori, ad esempio, nella fase di impostazione del gioco, con una marea di palloni bruciati nella fase di uscita. E con un’altissima percentuale di errori riferibile ai difensori, eccessivamente fallosi al momento di azionare il pallone. E Zaniolo? Là a destra poco servito, poco cercato, molto marcato e, per questo, poco nel vivo della partita. Un paio di strappi in avanti, anche un paio di recuperi importanti in fase difensiva ma nulla da Zaniolo. Da segnalare nel primo tempo, invece, quattro parate determinanti di Olsen e una traversa di Soriano. La testimonianza diretta della serata svagata della squadra di EDF. Sì, bravino il Bologna ma Roma molle e troppo perforabile specie centralmente. E con la testa chissà dove. Mah.
L’INTERRUTTORE – Ancora una volta, insomma, stupisce l’immensa capacità della Roma di giocare in maniera pessima una partita contro un avversario sulla carta (molto) abbordabile. Come se a far funzionare o meno i giallorossi ci fosse un interruttore on off nelle mani del destino. Impensabile, del resto, che tutte le cose brutte siano frutto solo della mente dei calciatori o di chi li guida. Fosse vero il contrario, si sarebbe trovata da tempo una soluzione, invece niente. Tu non sai mai che Roma farà. Puoi, anzi devi aspettarti di tutto nel bene o nel male. E, per l’appunto, il cambio di modulo nella ripresa, con El Shaarawy dentro e Zaniolo al centro, porta quasi subito al calcio di rigore trasformato da Kolarov, sette gol in campionato, proprio sotto la Sud. Niente inchino, stavolta. Olsen protegge ancora da par suo il vantaggio, poi Fazio raddoppia sugli sviluppi di una palla inattiva. Evidentemente l’interruttore durante l’intervallo era stato spostato sull’on. Così il gol di Sansone, nel finale, non preoccupa più di tanto.
Fonte: il messaggero