(A. Angeloni) – Il rebus, per la Champions, è là in mezzo. Dove ci sono uomini su cui si vuole puntare e altri che, seppur non al top, sono importanti per l’equilibrio, per la personalità, perché portano esperienza e solidità al gruppo, vedi De Rossi, che però si è fermato di nuovo ed Eusebio farà di tutto per recuperarlo, proprio per i motivi di cui sopra. Nulla di serio, a quanto pare, le solite noie al ginocchio: nessuno a Trigoria vuole forzare, Di Francesco cerca di preservare il capitano. La sensazione è che alla fine contro il Porto ci sarà. Quindi, tutti presenti: siamo nella terra della semi abbondanza. Che ha risvolti positivi, ma per un fatto matematico, più uomini ci sono a disposizione e più è facile sbagliare scelta. Il centrocampo, si sa, è il reparto più delicato, specie ora che la Roma è tornata a giocare come un tempo, ovvero con un uomo davanti alla difesa e due mezz’ali, che si abbassano in fase difensiva (4-1-4-1) e si alzano in fase offensiva (4-3-3).
I PRO E CONTRO – Andiamo con ordine. Se recupera, una maglia sicura ce la avrà De Rossi, che interpreta bene il ruolo di perno difensivo; Nzonzi pur avendo sulle spalle una buona prestazione con il Chievo, parte come alternativa. In passato, Eusebio ha rinunciato al 4-3-3 per farli giocare insieme, schierando un trequartista là davanti (da Pastore a Zaniolo, passando per Pellegrini). Da lì nasce il famigerato 4-2-3-1, utile in un certo momento della stagione, disastroso ultimamente, vedi Firenze. La squadra difende meglio col 4-3-3 e oggi c’è più disponibilità ad apprendere e sacrificarsi anche in un ruolo che non si sente sulla pelle. Quindi? Di Francesco, contro il Chievo, negli ultimi minuti, con l’ingresso di De Rossi, ha alzato il francese: era un finale di partita (vinta) e l’avversario si chiamava Chievo. Difficile riproporre con il Porto un sistema di questo tipo. Se sarà Nzonzi-De Rossi, vedremo più un 4-2-3-1 che non un 4-3-3. E questo ci sembra improbabile. Facile pensare all’esclusione di uno dei due (Nzonzi è il candidato numero uno, sempre che Daniele sia pronto).
DUBBIO SCHICK – L’infortunio di Schick facilita il compito per la scelta delle mezze ali. Nel senso che, il ceco è difficile che recuperi, quindi Zaniolo è candidato per giocare largo a destra. Come a Bergamo. In questo caso Florenzi o va in concorrenza con Zaniolo, oppure con Karsdorp. Nel caso di Zaniolo esterno, il nome delle due mezz’ali diventa scontato, il rientrante Pellegrini e l’ottimo Cristante. Un ragionamento che ha una sua logica, utile per la protezione di Mirante, alla sua seconda consecutiva e in Champions (ha giocato contro il Plzen, oltre che a Udine e a Verona) la prima da titolare all’Olimpico. Quanto a protezione, da segnalare anche il rientro di Manolas. Scontate poi, le presenze di El Shaarawy, a caccia del suo primo gol stagionale in Champions, e di Dzeko che ha segnato fino a ora cinque reti in Europa (tutte all’Olimpico, tre con il Plzen e due con il Cska Mosca) e cinque in campionato (tutte in trasferta Torino, Empoli, 2 a Bergamo, e Chievo). Altra presenza scontata quella di Kolarov, che non se la passa bene con i tifosi, ma che è tornato a vivere una condizione di forma più che accettabile. Pure lui che in Champions ha giocato sempre titolare tranne la sfida con il Plzen: lì zero gol, mentre tra coppa Italia (uno) e campionato (sei) è a quota sette. Come un bomber.
Fonte: il messaggero