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Zaniolo International: anche Real e Psg lo vogliono

Zaniolo

(M. Pinci) – Da quella notte di Champions col Porto, la vita di Nicolò Zaniolo è cambiata. In Italia, in qualunque discussione di mercato, finisce per comparire il suo nome: tutti lo vogliono, gli agenti si sfidano per poterlo gestire, le grandi per comprarlo. E dopo quella sera, sul ragazzo scartato a 16 anni dalla Fiorentina si sono accese le attenzioni pure a livello internazionale. Perché di diciannovenni capaci di segnare due gol in un ottavo di finale, nel torneo più prestigioso d’Europa, non è che ce ne siano molti. Per questo, negli ultimi giorni hanno chiamato il suo agente per prendere informazioni almeno tre giganti europei. Il Real Madrid, il Psg, pure il Chelsea, prima che la Fifa chiudesse il mercato dei Blues per due sessioni. Tutti a domandarsi: «Quanto costa Zaniolo?». E forse nemmeno la Roma lo sa. Tutte queste attenzioni però sbattono per ora contro un muro: lo stesso Zaniolo. Che ai suoi amici ha confidato di non volersi spostare da Roma: e non solo perché in città ha trovato una ragazza, Sara, che lo rende felice. Ma perché dopo un anno di promesse deluse a Milano, a Roma ha trovato spazio e amici: De Rossi, Kolarov, pure Florenzi, che lo riempiono di consigli. L’allenatore Di Francesco, a cui deve molto. E una società che gli ha dato fiducia, scegliendo di puntare su di lui anziché spedirlo in prestito. Quasi un “debito” morale, quello che il ragazzo sente verso il club, la squadra e soprattutto i tifosi, i primi a identificarsi con lui. Per questo, a “stoppare” i progetti che i colossi continentali stanno iniziando a formulare è stato lui stesso: anzi, nelle conversazioni con l’agente sta spingendo perché si raggiunga al più presto l’accordo per il rinnovo. A cui però lui non vuole assolutamente pensare: il suo unico pensiero è giocare, con la spensieratezza di un bambino per cui il calcio è ancora un gioco. Mino Raiola, pronto a tutto per iscriverlo alla propria scuderia accanto all’altro classe ’99 Donnarumma, dovrà arrendersi.

Fonte: Repubblica

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