(F. Balzani) – C’eravamo tanto amati. A Roma accade spesso, soprattutto negli ultimi anni. E’ successo con Zeman, Garcia, Sabatini e Spalletti. Ieri è stata la volta di Monchi, proprio nel giorno della presentazione dello spagnolo come nuovo direttore sportivo del Siviglia. La Roma ricorre spesso nella conferenza di Monchi che a dire il vero non fa molto per alimentare la polemica: «Da tempo avevo il desiderio di tornare qui. Sono stato due anni in un club importante nel quale ho appreso tantissimo e sono cresciuto professionalmente. Sono andato via prima della fine del contratto per una semplice ragione: ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie. Il presidente pensava che fosse meglio andare a destra mentre io ero convinto che fosse meglio andare a sinistra. Continuare così non mi sembrava giusto. Non è importante pensare chi aveva ragione. Il presidente rappresenta la proprietà e io posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che mi hanno portato lì. Da parte mia non sentirete mai una parola contro la Roma. La frase su Circo Massimo? Tutti sanno come è stata fatta, era solo una battuta a un tifoso». La spiegazione di Monchi non ha convinto Pallotta che in serata ha replicato a muso duro al suo ex ds: «Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, uno staff e un’organizzazione di primo livello. Quindi ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l’allenatore che voleva, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non ha funzionato». Pallotta scarica su Monchi quindi le cause del fallimento di una stagione che rischia di vedere la Roma fuori dalla Champions. Poi nuovo attacco: «A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l’allenatore (Di Francesco, ndr) stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia. Quando sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime 3 per la prima volta dal 2014».
Fonte: leggo