(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle di Porto e Roma dopo l’ottavo di finale di Champions League di stasera:
-PORTO-
Casillas 6; Militao 5.5 (Pereira 6), Felipe 6.5, Pepe 5.5, Alex Telles 7.5; Herrera 6, Danilo 6.5; Otavio 5 (Fernando 6), Soares 6.5 (Hernani 5.5), Marega 8.5, Corona 6.5 (Brahimi 6). All. Conceiçao 6. Sig. Cakir 10
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-ROMA-
Olsen 6 – Alle solite: incolpevole sui gol, bravo in un paio di riflessi decisivi ma con i piedi è una sciagura.
Manolas 5 – Rimesso in piedi dopo l’influenza pre-derby, è lontano parente dall’eroe greco della note di un anno fa con il Barcellona. Sbaglia troppo, come in occasione dell’1-0 portoghese, perde troppi duelli con un Marega da antologia.
Juan Jesus 6 – Parte titubante come centrale nel reparto a tre, cresce e migliora quando la Roma passa a quattro. Nell’uno contro uno in velocità dimostra ottime qualità individuali.
Marcano 5.5 – Scelto da Di Francesco come terzo centrale mancino, forse perché conosce meglio di tutti l’ambiente caldo di Oporto. Buona prova nei primi 45′, crolla perdendosi Marega nell’azione del 2-1. (dal 76′ Cristante
Karsdorp 4.5 – La condizione atletica è quella che è, in fase difensiva soffre da matti le accelerazioni di Corona e da un suo errore nasce l’azione del raddoppio. Forse un azzardo schierarlo dall’inizio. (dal 56′ Florenzi 3 – L’ultimo atto della sua esperienza in giallorosso. Una pugnalata che non doveva dare. Una trattenuta senza un perché, una disattenzione come tante altre. Purtroppo le lacrime del finale non cancellano una colossale ingenuità. Il paradosso è che fino a quel momento aveva giocato molto molto bene).
De Rossi 7 – L’unico momento in cui la Roma ha meritato e stato quello in cui il capitano ha deciso di prendere in mano la squadra prima dell’intervallo. Sua la giocata che consente a Perotti di guadagnare il rigore, sua la carica in mezzo al campo. Unica guida, fiaccata solo dall’inevitabile logorio fisico. (dal 45′ Pellegrini 4.5 – Cambia la partita, in negativo. Mai in grado di gestire il centrocampo nè in una fase nè nell’altra. Tornato ai fasti orribili di inizio stagione. Dal 97′ Schick 5.5 – Troppo timido nelle azioni d’attacco in ripartenza, il fallo di Marega su di lui poteva, o doveva, essere da rigore).
Nzonzi 4.5 – La discreta crescita nei supplementari non basta a cancellare la solita inguardabile prova. Tocca pochissimi palloni, sempre sporchi o all’indietro. E di testa, nonostante sia un gigante, non la prende mai.
Kolarov 6 – Gioca a tutta fascia ed alterna giocate sempre sorprendenti ad altre meno brillanti. Il duello con Militao e Otavio appare duro ma ideale per uno come il serbo.
Zaniolo 5.5 – Non la sua serata ideale. Rispetto all’andata è meno incisivo e sbaglia molto nei momenti chiave. Eppure dimostra di avere lunghe leve e giocate eccellenti.
Dzeko 5 – Siamo alle solite: lotta, si impegna, si innervosisce e mostra i denti. Ma quando c’è da buttarla dentro diventa una scolaretta impaurita prima mandando alle stelle poi cestinando due occasioni clamorose nei supplementari. La prova sotto rete di Marega gli faccia intendere qualcosa.
Perotti 6.5 – Sarà impreciso, con ancora il passo lento, ma il Monito resiste più di 120 minuti e porta la croce. Si guadagna il rigore dell’illusione e si impegna nelle due fasi. Encomiabile.
All. Di Francesco – Più volte si è parlato di capolinea, ora potrebbe essere arrivato il momento. Organizzazione difensiva imbarazzante e scelta tattica iniziale inspiegabile con la difesa a 3 rispolverata nonostante l’assenza di Fazio e la condizione degli altri interpreti. Karsdorp e Marcano si rivelano due cambi anticipati come da copione, De Rossi è l’ennesimo infortunio muscolare al polpaccio della stagione e qualcosa vorrà pur dire. A vedere i numeri di quest’anno vien da credere che la scorsa stagione sia stata una piacevolissima eccezione.
GGR