Arriva da Torino l’ultima indagine che coinvolge il panorama politico-amministrativo romano. L’architetto Alberto Sasso, dallo scorso ottobre presidente di Eur spa – società partecipata al 10 per cento dal Campidoglio e al 90 dal ministero dell’Economia – risulta indagato dalla Procura piemontese, con l’ipotesi di reato di turbativa d’asta, per una vicenda collegata alla candidatura torinese per le Olimpiadi invernali del 2026. Sasso, vicino al M5S e da anni amico di Beppe Grillo, è stato nominato al vertice dell’Eur al posto di Roberto Diacetti. Alle ultime elezioni politiche è stato anche candidato con i pentastellati nel collegio uninominale, arrivando però terzo. Nella Capitale aveva già lavorato come consulente «nella mediazione e facilitazione per il Comune di Roma dello stadio e della riduzione volumetrica del business park di Tor di Valle», come riportato sul suo sito personale.
L’ACCUSA – Il pm Gianfranco Colace contesta all’architetto torinese e ad altre cinque persone l’incarico di redigere il dossier olimpico, affidato dall’Unione Montana dei Comuni olimpici della Via Lattea al professionista. Al vaglio dei magistrati, in particolare, ci sarebbe la congruità del compenso – 49.990 euro lordi, 39.400 netti, quindi al di sotto della soglia oltre cui la legge impone di indire una procedura di evidenza pubblica – rispetto al lavoro svolto e il ruolo che l’amministrazione comunale del capoluogo piemontese avrebbe avuto nell’indicare per questo incarico l’attuale numero uno di Eur spa. La cifra, secondo i magistrati, potrebbe essere stata calcolata ad hoc proprio per evitare il bando pubblico.
LA REPLICA – Sasso, dal canto suo, precisa, «di aver messo a disposizione della Procura della Repubblica tutta la documentazione relativa all’incarico oggetto d’indagine», spiega l’avvocato Gian Piero Chieppa. «Avendo agito nell’esclusivo interesse pubblico – aggiunge il legale – il mio assistito è estremamente sereno ed è a completa disposizione dell’Autorità giudiziaria per qualsiasi approfondimento o chiarimento sulla vicenda». Ma il Pd attacca: «Il Comune, che insieme al Ministero del Tesoro detiene i pacchetti azionari di Eur Spa non può fingere di ignorare la gravità delle accuse mosse a carico della presidenza di una società così importante nel gruppo capitolino – scrivono il capogruppo dem Antongiulio Pelonzi e la consigliera Ilaria Piccolo – Cosa intende fare la sindaca Raggi?».