Nei giorni scorsi il Gip di Roma Costantino De Robbio ha richiesto un supplemento di indagine alla Procura di Roma circa la denuncia presentata dall’architetto Francesco Sanvitto e dal suo Tavolo dell’Urbanistica contro la sindaca Virginia Raggi. Al quotidiano è intervenuto il legale della sindaca, l’Avvocato Alessandro Mancori per fare chiarezza. Queste le sue parole:
Innanzitutto può spiegarci cosa è accaduto?
«Noi eravamo del tutto ignari fino a gennaio di questa vicenda. Ignari fino a quando non viene notificata alla sindaca la fissazione di un’udienza camerale a seguito di un’opposizione alla richiesta di archiviazione da parte dell’architetto Sanvitto. Da quel momento accediamo agli atti e apprendiamo che nel giugno 2018, pochi giorni dopo l’arresto di Parnasi, Sanvitto deposita una querela, che però il Pubblico Ministero, la dottoressa Neri archivia, senza quindi la necessità di avvisare l’indagata. Viene informato solo Sanvitto che appunto avanza opposizione. La pratica viene quindi assegnata al Dottor De Robbio che fissa un’udienza per decidere sul fatto. Qualche giorno prima di questa udienza Sanvitto deposita una memoria che amplia la vicenda, rispetto a quello che era l’oggetto della querela, aggiungendo questioni nuove su mancati passaggi o presunte pressioni a seguito dell’arresto di De Vito. In particolare si accusa la sindaca di aver bypassato la Commissione Urbanistica del IX Municipio. Da qui la richiesta di raccogliere ulteriori informazioni ascoltando Barros e Mancuso (consiglieri del Municipio in questione, ndr). Il Gip non fa nient’altro che accogliere questa richiesta senza entrare nel merito dell’abuso di ufficio».
(…) Come il caso della Variante al Piano Regolatore…
«Per quanto riguarda la Variante abbiamo già detto che a nostro giudizio è addirittura stato fatto un passaggio in più, proprio per consentire a tutti, compreso l’architetto Sanvitto, di fare le proprie controdeduzioni sul progetto. Quindi un procedimento più conservativo rispetto a quello speciale o d’urgenza che avrebbe consentito di passare direttamente al voto in aula. E questo proprio perché la questione era molto importante e sentita dalla base. Un processo che si era da poco radicato, e si è interrotto bruscamente con l’arresto di Parnasi. Da lì c’è necessità da parte della sindaca, attenzione necessità personale, non strettamente di legge, un suo scrupolo, di andare a vedere se tutto l’iter amministrativo corrispondesse alle norme di legge. Ed ecco le due diligence all’interno degli uffici e lo studio del Politecnico di Torino, che hanno dato esito positivo. La questione quindi era stata semplicemente congelata».
Ed ora il voto dell’Assemblea capitolina, il passaggio che mancherebbe…
«Ora ci sarà necessariamente il voto d’aula, che come detto dalla sindaca avverrà prima dell’estate. Un voto che non potrà che essere a favore. Perché se la pubblica utilità è stata votata dall’Assemblea in tempi non sospetti, e anche la Conferenza dei Servizi ha dato parere positivo, pur con delle prescrizioni, va da sé che il passaggio in Aula è sotto certi aspetti praticamente scontato». (…)
Fonte: il romanista