(P. TORRI) – Correva l’anno duemiladue. Era il diciassette dicembre. (…) La Roma doveva giocare contro la Triestina, fischio d’inizio le diciassette e trenta. Qualificazione (ai rigori) a parte, furono fortunati. Perché possono dire di esserci stati alla seconda di Daniele De Rossi (l’anno precedente aveva esordito in Champions League contro l’Anderlecht) con la Roma dei grandi (…) Sulla panchina di quella Romac’era Fabio Capello (…)
Cosa ha pensato quando la Roma ha comunicato di avergli dato la mano e salutato?
«Queste sono cose interne e inerenti alla gestione di una società che solo chi sta dentro può valutare nella sua interezza. Però…».
Però?
«Aggiungo solo che secondo me Daniele poteva avere un ruolo di grande importanza all’interno dello spogliatoio anche giocando solo venti partite a stagione».
(…)
Fonte: Il Romanista