Carlo Bonini, giornalista de La Repubblica e uno dei due autori dell’inchiesta “La rivolta di De Rossi e tre senatori contro Totti”, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’argomento . Ecco le sue parole:
Alla luce di tutto questo, la Roma è consapevole di questa vicenda. Come mai la società propone a De Rossi un ruolo dirigenziale?
«Quello che ho capito è che le società di calcio, come succede non solo a Roma ma basti pensare all’Inter, cercano finché possibile di tenere tutti i pezzi assieme anche se questi sono diventati cocci. Ho avuto la sensazione che la società abbia cercato di ricomporre un quadro che si era fortemente incrinato. Non ho le registrazioni dei colloqui che Ed Lippie scrive di aver avuto con Tizio o Caio, questo sia chiaro, però di solito le vicende di spogliatoio si dice che debbano rimanere lì ma poi finiscono per corrodere tante cose. Dopo questa vicenda mi sono sembrati più chiari alcuni passaggi avvenuti durante la stagione, come l’allontanamento da Trigoria di Di Francesco insieme a Stefanini. Mi ha colpito molto l’episodio della rissa nello spogliatoio tra Dzeko ed El Shaarawy a Ferrara, mi ha colpito che Dzeko fosse già d’accordo con l’Inter, il nervosismo di Kolarov… tutte cose che riviste a valle ora mi danno un’altra impressione».
Ci sarà la replica di qualche protagonista?
«Francamente non lo so perché non sono nella testa della società. Per quello che ti posso dire sono tranquillo perché rispetto ai fatti che ho raccontato sono in grado di rispondere a qualunque replica sui fatti. Se qualcuno mi chiede “perché l’hai scritto oggi?” non è un fatto ma un’opinione».
Perché scrivete da Siviglia?
«Abbiamo viaggiato parecchio per mettere insieme tutti questi pezzi e alla fine abbiamo deciso di mettere quella città ma non c’è un motivo particolare. Le città in cui siamo stati sono state più d’una».
Alcuni ascoltatori ci chiedono dell’email, se è vero che ce l’avete…
«Non ci saremmo mai avventurati in una storia del genere senza avere più che contezza del documento chiave».
Le dichiarazioni di De Rossi sul “vi faccio arrivare decimi”
«Non è presente nell’email, come si evince anche dall’articolo. Ci viene riferita da più di una persona a cui De Rossi fece questo sfogo, sono fonti diverse e ognuna sganciata dall’altra. Certificano il fatto che in quel momento Daniele De Rossi era molto arrabbiato dell’acquisto di Nzonzi e non fece mistero della sua insoddisfazione».
Qual è l’informazione o il passaggio che ti ha colpito di più?
«La cosa che francamente mi ha sorpreso è la lacerazione anche simbolica che a un certo punto avviene dentro lo spogliatoio tra De Rossi e Totti. È una cosa che mi ha sorpreso, è come se due anime diverse di Roma, della tifoseria, si fossero divise. L’altra è come in tutta questa vicenda la sensazione che i calciatori della Roma abbiano a un certo punto messo da parte quello che dovrebbe essere il bene supremo, il bene della squadra. La Roma, intendo il club e i tifosi, sono stati un po’ sfruttati. Come se ognuno avesse deciso di pensare innanzitutto a se stesso e credo che questa città non lo meriti».
Fonte: Tele Radio Stereo