Luigi Lardone, presidente dell’Ostiamare, club in cui è nato calcisticamente Daniele De Rossi, ha parlato di un possibile approdo del centrocampista al club del litorale romano: “Che Daniele De Rossi possa tornare, alla base, all’Ostiamare, non è un’idea così distante, per l’amore che ha Daniele per quella che definiamo una città nella città, e viceversa, che ha Ostia per lui. Qualche anno fa, due o tre, in un’intervista al Corriere dello Sport, De Rossi disse che in Italia avrebbe giocato solo nell’Ostiamare, in alternativa alla Roma!”.
Formalizziamo questo contratto, allora…
“Per la qualità tecnica, morale e fisica, può giocare nella nostra categoria (la Serie D) per più di un anno. Come i contratti di una volta, dove i giocatori arrivavano a 46/47 anni. In Inghilterra un calciatore arrivò a 50 (fu il Baronetto Stanley Matthews, mai ammonito!, n.d.r.). Daniele potrebbe batterli tutti”
6 milioni l’anno forse le casse di Ostia non possono spenderli…
“Noi ci facciamo trenta campionati, con tutta la squadra!”, dice con il sorriso, il presidente biancoviola”.
Che tipo di contratto potremmo fare?
“L’aspetto economico non ha alcun senso, è solo questione di passione. Il giorno che deciderà di smettere con il calcio professionistico, e volesse accedere ad una vita più tranquilla, noi siamo aperti. Possiamo garantire un abbonamento ai migliori ristoranti di Ostia”
E non potrebbe essere impiegato nel doppio ruolo di giocatore e poi allenatore o insieme, sul termine della parabola?
“Daniele farà una grande carriera, anche se lo conosco marginalmente. Però mi sembra una persona con il cervello, e nel mondo del Calcio non ce ne sono tantissimi”.
Ne avete parlato con il direttore generale, Luigi Baioni, e con il direttore sportivo Quadraccia, di questa curiosa situazione? Sarà argomento di discussione al bar, nelle rare pause di lavoro, no?
“Forse non tutti lo sanno ma Daniele gioca con due parastinchi che raffigurano uno la Roma e l’altro l’Ostiamare. Lui ha detto che l’ultima squadra in cui avrebbe giocato sarebbe stata l’Ostiamare. Noi teniamo aperta la segreteria, 24 ore su 24, se viene!”.
Oltre alle migliorie all’impianto di gioco, negli ultimi anni, avete dimostrato di saper scegliere bravi dirigenti e organizzare bene la distribuzione di essi in favore del vivaio, e della prima squadra…
“Il ragazzo locale non è possibile non abbia le qualità per fare le categorie giovanili al nostro livello, o la Serie D. E per utilizzare questa dote occorre essere altrettanto bravi dirigenti. Come sa bene Max le squadre basche esprimevano giocatori per tutta la Liga ma soprattutto erano tutti baschi i loro calciatori. Mi chiedevo se un bacino come Ostia, di 300000 persone, non avesse le potenzialità adatte. Abbiamo resettato tutto, e da molti anni abbiamo molti ragazzi di Ostia, anche nella prima squadra”.
Non ha trovato un po’ strano il modo di “abbandonare” la Roma, di De Rossi?
“Ho difficoltà a pensare che non abbiano una capacità di comunicazione migliore. Mi sembra strano che gli abbiano detto martedì se volesse rinnovare. Lui è un giocatore a cui si chiede “quanti anni vuoi di contratto? Uno, due?”. Glielo dici prima: così, si fanno le cose. Difficile, però, parlare dal di fuori”.
Qualche anno fa, in sede di rinnovo, si fece avanti, da fonte certa, prepotentemente l’Internazionale. Mi risulta anche che oltre alla Cina, c’è Conte, che stravede per le qualità caratteriali e tattiche di questo calciatore. E forse l’Inter si rifarà sotto, e di brutto…
“Secondo me non ci va. Non credo vada ad un’altra squadra italiana, per rispetto della Roma. Non ho informazioni dirette ma credo che Daniele non solo due anni fa, abbia avuto sirene, per andare da qualche altra parte. Si parlava anche del Real Madrid, qualche anno fa”.
Anche del City di Mancini…
“Con ingaggi anche superiori. Da qui credo che per rispetto della maglia, non della società, non vada in un altro club italiano”, conclude il numero 1 dell’Os.
Fonte: Radio Cusano Campus