«Io voglio giocare, loro non vogliono». Daniele De Rossi ha sempre amato la sintesi e non ha cambiato modo parlando del suo futuro lontano dalla Roma. Io. Loro. Spaccatura netta. E loro non sono Guido Fienga, nuovo CEO con la patata bollente in mano, e Ricky Massara, d.s. in uscita. Loro sono James Pallotta e Franco Baldini, presidente e consigliere personale «con i quali, magari, parlerò un giorno». Le parole di Guido Fienga rischiano di aprire a breve un altro fronte sanguinoso dentro Trigoria: «Ho spiegato a Daniele che la società non poteva considerarlo più come calciatore, ma che lo riteniamo già maturo per poterci aiutare a sviluppare questa azienda. È dirigente da un bel pezzo, lui non vuole dirlo e vuole continuare a giocare a pallone e sicuramente lo rispettiamo, ma è pronto ad assumersi queste responsabilità. È in grado di aiutarmi e magari, un domani, sostituirmi». In pratica, Francesco Totti è dirigente nella Roma da due anni e nelle settimane scorse ha chiesto più potere decisionale perché sente stretto un ruolo di pura rappresentanza. Però, sentendo Fienga, quello già pronto per un ruolo operativo è De Rossi.
Fonte: Corsera