(S. Carina) – Una vittoria alla Ranieri. In grande sofferenza per più di un’ora (Mirante miracoloso in tre occasioni, salvato dal palo, più il gol annullato per questione di centimetri a Ronaldo) la Roma piazza l’uno-due nel finale e rimane in corsa per l’Europa. Se Champions o Europa League, dipenderà più dalle avversarie che dai giallorossi che ora possono soltanto vincere le prossime due partite e sperare: «Dobbiamo arrivare in fondo con la coscienza a posto», il diktat del tecnico. Un successo che non cambia i suoi piani: «Ho firmato fino al termine del campionato e non mi va di darmi speranza. Restare in società con un altro ruolo? Quando sono tornato mi è stato offerto e ho detto no. Finisce l’anno e finisce tutto. Mi diverto ancora ad allenare».
L’AGGIUSTATORE – Quale sarà l’epilogo, Ranieri uscirà da trionfatore. Anche se la Roma da quando è subentrato ha perso una posizione in classifica e rischia di giocare i preliminari di Europa League qualora la Lazio dovesse vincere la coppa Italia, nell’immaginario popolare le quattro gare (su 10) senza subire gol e il successo sulla Juventus bastano per tenere vivo il sogno. E per una città che vive spesso e volentieri di sogni e si accontenta di vincere le battaglie anziché le guerre, basta e avanza. Di certo c’è che nella sua mini-gestione, la Roma ha cambiato volto. Più accorta, poco propensa a pressare alta (ieri ci ha provato in due occasioni e la Juventus s’è presentata altrettante volte davanti a Mirante), cinica come mai gli era riuscito in stagione. Ma se all’aggiustatore va dato un merito particolare, è quello di aver puntato (e vinto) decisamente la scommessa su alcuni giocatori. In primis preferendo Mirante a Olsen. Con il portiere di Castellammare, la difesa gioca più sicura, in primis Fazio. E poi scommettendo su Kluivert, calciatore che con lui ha lasciato intravedere le qualità che hanno convinto la Roma ad acquistarlo. Ieri è stato bravo anche ad optare per il 4-3-3 anziché per il 4-2-3-1, arretrando Zaniolo e giocando a sorpresa la carta Nzonzi, piuttosto che De Rossi. La Roma non ruba di certo l’occhio e ieri ha sofferto con un avversario che come affermerà poi Allegri non poteva avere le stesse motivazioni («In condizioni normali non avremmo mai preso le due reti che abbiamo subito. Sull’1-0 della Roma, Chiellini se la partita conta qualcosa la butta in tribuna…»). È un pugile che spesso e volentieri sembra sull’orlo del ko ma poi esce fuori la giocata del singolo o la manovra che sfrutta la qualità dell’interprete e porta a casa la vittoria. Sembra un canovaccio semplice ma ci vuole anche bravura per convincere un gruppo ad eseguirlo. Ranieri c’è riuscito, gliene va dato atto.
Fonte: Il messaggero