“De Rossi e Totti sono due esempi di come si possa essere bandiere del calcio”. Queste le parole di Morgan De Sanctis a margine del premio Inside the sport, organizzato a Napoli da Mcl. “Lo hanno fatto, in una squadra importante come la Roma, che crede tantissimo nel proprio senso di appartenenza”. Rimanere fedeli alla maglia per tutta la carriera “non è semplice, anche perché si muovono tanti interessi e i giocatori si spostano in continuazione. Però fondamentalmente io penserei di più al concetto che il calciatore è in ogni caso un professionista, indipendentemente da quante squadre cambia, l’aspetto fondamentale è che si comporti bene, faccio il professionista fino in fondo e che le società mettano in condizione i giocatori di poter giocare bene”.
Lavorare con Maurizio Sarri come allenatore della Roma?
“Prenderò atto, quando la società avrà scelto l’allenatore, del tipo di allenatore che sarà e mi metterò a disposizione con il mio ufficio e le persone che vi lavorano per fare in modo che l’allenatore lavori nelle migliori condizioni”. “Non c’entra niente un gradimento da parte mia, deve interessare a Pallotta, al direttore sportivo, alla società”.