(G. Cardone – M. Pinci) – Alla fine il triennale Gasperini lo ha firmato davvero. Non con la Roma, però mentre tutti aspettavano il trasferimento nella capitale, l’allenatore dell’Atalanta ha pronunciato un inatteso «rimango qui». Troppi i dubbi su che Roma avrebbe trovato. Troppo convincente il pressing del presidente bergamasco Percassi: nel colloquio di ieri, Gasperini s’è sentito dire la frase che sperava per potersi disimpegnare dall’impegno con i giallorossi: “Cosa vuoi per restare”. Ha posto le condizioni: la conferma dei big (tranne Zapata e il difensore Mancini) e 4 acquisti di livello. In cambio, ha allungato il contratto dal 2021 al 2022 a 2 milioni netti, poco meno di quanto offriva la Roma. Che ora è costretta a ricominciare da zero.
Solo che a questo punto di soluzioni a Trigoria non ne restano moltissime: Sarri, oggi promesso alla Juve, era gia in parola con Baldini. Un’ipotesi reale e De Zerbi. Poi in ordine sparso Mihajlovic, Gattuso e Giampaolo, che convince poco caratterialmente. Ci sarebbe anche una pista estera, piuttosto misteriosa. Chissà che non sia lo spagnolo Valverde, in uscita dal Barça, che al suo posto sta sondando il ct del Belgio Roberto Martinez, l’ex stella blaugrana Koeman, il prodigioso Ten Hag dell’Ajax, ma pure Massimiliano Allegri. Un nome che la Roma avrebbe voluto nel 2013 (ci pro-vo l’ex dg Baldini, che ieri ha piazzato l’amico Villas Boas al Marsiglia) ma oggi inavvicinabile. Come d’altronde era già successo con Conte, che tra domani e venerdi sarà annunciato dall’Inter.
Se la Roma è in panne, la Lazio è in attesa di capire se dovrà cercare un nuovo allenatore. Oggi Simone Inzaghi incontrera di nuovo il presidente Lotito dopo le tensioni dei giorni scorsi: il presidente vuole convincerlo a firmare un rinnovo triennale da 2 milioni a stagione (oggi ne prende 1,3) del contratto in scadenza nel 2020. Ma l’allenatore preferirebbe restare andando ad esaurire l’attuale accordo, in modo da avere le mani libere. Per aspetta-e l’evoluzione di un mercato allenatori mai così frizzante.
Fonte: La Repubblica