(U. Trani) – Aritmeticamente la Roma rimane ancora in corsa per il 4° posto, anche se l’obiettivo è ormai quasi impossibile da centrare: l’Atalanta è davanti anche per gli scontri diretti (come il Milan quinto) e l’Inter per la differenza reti (+6). Sicuro, invece, è lo sbarco in Europa League, con la spinta decisiva dell’ex Andreazzoli: il successo dell’Empoli contro il Torino rende meno amaro il finale di stagione. Ma la partecipazione alla coppa continentale di consolazione è l’unica certezza di questi giorni: non c’è ancora l’erede di Ranieri e si aspetta sempre l’ufficializzazione del nuovo ds. L’attesa, forzata per la complessità delle negoziazioni in fieri, coincide paradossalmente con la fretta, imposta dalla possibile full immersion di impegni. I giallorossi già sono consapevoli che l’estate diventerà lunga e comincerà prima. Dal 2° preliminare (25-1° agosto). In calendario, dunque, saranno 6 i match in più: 3° turno (8-15 agosto) e playoff (22-29 agosto). Percorso inedito per la proprietà Usa: mai successo nelle precedenti 7 stagioni di entrare in gioco dalla porta di servizio (in quella 2013/2014 c’è stata l’esclusione da entrambi i tornei).
EXIT STRATEGY – Bisogna, dunque, prendere atto della triste realtà che prevede il disturbo del 1° match ufficiale da giocare tra poco più di 2 mesi. La Roma parte come testa di serie numero 1. Da favorita, almeno nel tabellone, sia nei turni preliminari che nei play off. Minima soddisfazione per il ritorno in Europa League. Diventerebbe massima solo in caso di ribaltone. Non in classifica, ma a Nyon perché il Milan, se non dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions, vorrebbe accordarsi con l’Uefa: niente partecipazione all’Europa League in cambio dell’azzeramento di ogni sanzione ricevuta per le violazioni dei paletti del Financial Fair Play. Il club rossonero, avendo per ora congelato il ricorso al Tas, cerca il compromesso per poi ripartire pulito nella stagione 2020/2021. Soluzione giuridica che in Svizzera sono disposti a prendere in esame, senza però far distinzioni tra la Champions, alla quale il Milan non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare, e l’Europa League. Se la sanzione fosse davvero l’anno di stop, i giallorossi, insieme con la Lazio, entrerebbero in scena, anche restando al 6° posto, nella fase a gironi. I preliminari toccherebbero al Torino che è attualmente out.
VIAGGIO ANNULLATO – La Roma, però, evita di illudersi e organizza il precampionato facendo riferimento al 2° turno preliminare di fine luglio. L’ultimo precedente dell’estate 2009 (di 4 gare e non 6, però), inizialmente con Spalletti in panchina, fece da trampolino di lancio: Ranieri entrò alla seconda giornata e arrivò quasi allo scudetto. Dal programma, intanto, scompare la tournée negli Usa (13-25 luglio), non essendo possibile la partecipazione parziale, trattandosi di torneo: il club giallorosso sarà quindi sostituito e perderà quasi 2 milioni. La preparazione estiva si svolgerà di nuovo a Trigoria e ovviamente ad inizio luglio. La scelta di restare nella Capitale è stata anticipata anche agli allenatori interpellati nelle ultime settimane.
SCELTA FINALE – Ancora 10 giorni prima di ufficializzare l’8° tecnico dell’éra Usa. Gasperini è davanti e punta a battere sul tempo il principale rivale, cioè Sarri: l’allenatore dell’Atalanta, se vuole, si libera prima di quello del Chelsea che, lusingato dall’interessamento della Juve e del Milan, è impegnato fino al 29 maggio con i Blues che affronteranno a Baku, nella finale di Europa League, l’Arsenal. Baldini resta in pressing su Sarri, ma in Inghilterra garantiscono che abbia parlato pure con Bielsa, ora al Leeds, pista smentita da chi opera nella Capitale. Non c’è da meravigliarsi, perché ognuno nella Roma continua ad agire in proprio. E spesso gli obiettivi non sono gli stessi. Inizia intanto il conto alla rovescia per Petrachi, pronto a salutare il Torino. Toccherà al nuovo ds, favorevole sia a Gasperini che a Sarri, indirizzare l’annunciato ridimensionamento tecnico. Ranieri ne ha parlato apertamente dopo il pari di sabato sera a Reggio Emilia: «L’anno prossimo la squadra non lotterà per la Champions». Avanti con i giovani, via i senatori. Dzeko è il testimonial del ricambio generazionale già in atto.
Fonte: Il Messaggero