È andata in scena domenica sera allo stadio Olimpico la separazione forzata di un idolo dalla sua gente. La Curva Sud ha tributato a Daniele De Rossi il giusto riconoscimento per chi ha saputo nel corso della carriera incarnare a pieno il vero “romanismo”: “Ci hai rappresentato in campo per 18 anni, da oggi la Tua Curva rappresenterà te per sempre”. Non si poteva sintetizzare in modo migliore quello che De Rossi è stato per la Roma. Lui un tifoso in campo, nel bene e nel male, senza mai recidere quel cordone ombelicale verso il popolo, il suo popolo, tutti amici.
La decisione che ha condotto alla giornata di ieri non ha avuto alcun senso. Frutto di una società, non solo poco organizzata, ma con il fine ultimo di costruire un’azienda lontana dalle proprie radici. Per questo contro il Parma tutto è stato tranne che una festa. Scelta incomprensibile, annunciata senza preavviso, con un ridimensionamento alle porte ancor più pesante da digerire e senza la ben che minima speranza di ripartire. Chi non si prende cura del proprio passato non ha alcun futuro. Ogni possibilità ora di ricostruire qualcosa non ha fondamento. Anche qualora venisse allestita una squadra vincente, guidata da un grande allenatore, il seguito non sarebbe più lo stesso. Inutile pensare a quello che verrà se già si è consci di non apprezzarlo, per via di una gestione maliziosa e poco lungimirante. Ottenere un grande risultato sportivo non cancellerebbe nulla, perché il romanismo è sentimento, è trasporto e appartenenza, è un signore di 68 anni che si commuove sotto la pioggia all’omaggio offertogli dalla sua gente, che accetta di guidare la Sua squadra senza garanzie e presupposti. Sono due bandiere giallorosse, commosse all’abbraccio di un loro giovane “collega”. Tutto questo non potrà essere replicato, con buona pace di Florenzi e Pellegrini, non ancora pronti per sostenere un peso così gravoso, mal assistiti da chi dovrebbe fare il bene della Roma.
Un titolo non sposterebbe niente, perché anche la più grande delle gioie non è la stessa se non hai con chi condividerla.
Angelo Papi