(D. DI SANTO) – «Capitano a casa sua». In centinaia hanno aderito alla campagna de Il Tempo chiedendo a gran voce alla As Roma di richiamare in società Francesco Totti. Lo hanno fatto scrivendo all’indirizzo email [email protected] amplificando così l’ondata di affetto per la bandiera giallorossa – e di indignazione per le scelte della società guidata da James Pallotta. Rabbia che da ieri ha invaso il web, i social e le radio di fede romanista
della Capitale (qui accanto le indicazioni per continuare ad aderire a «Firma per Totti» via email o spedendo il tagliando da compilare). La frattura con la proprietà deflagrata lunedì con la conferenza stampa dell’ormai ex dirigente giallorosso ha spinto molti lettori a condividere con noi la propria frustrazione per un divorzio impensabile fino a qualche mese fa. E con essa la rabbia nei confronti degli «americani». Rosanna ad esempio ha deciso per uno sciopero a “intermittenza” del tifo: «Il “detto” in casa nostra è sempre stato “la Roma non si critica, la si ama e basta”. Oggi questo basta non regge più. Corpi estranei hanno violato la nostra fede (…). Da oggi il nostro tifo verrà riposto in qualche cassetto e riesumato quando altri veramente meritevoli faranno rivivere l’Associazione Sportiva Roma». Giorgio interpreta l’addio del 10 come un atto d’amore e baratterebbe volentieri il suo ritorno con la partenza dell’attuale dirigenza: «Totti torna, comprendo a pieno le motivazioni del tuo gesto e lo hai fatto solo per il bene della nostra Roma. Non sei tu che devi andare via». Sulla stessa lunghezza d’onda Stefano: «Non saprete mai cosa avete perso lasciando andare via il nostro capitano. Totti non sarà mai un peso per noi romani e romanisti. Andate via. Lasciateci riprendere la nostra squadra, i nostri colori».«Totti sempre più grande», è il messaggio di Federico, sicuro che il Capitano «ha capito che era usato soltanto per tenere calma la piazza». La speranza di una rentrée è reale e la partecipazione a questa iniziativa ne è una dimostrazione. Ma per molti la rottura è stata troppo clamorosa per porvi rimedio in tempi brevi. «Sarebbe bello che Francesco tornasse sulla sua decisione, ma la vedo praticamente impossibile se dall’America continuano a decidere per conto loro senza mai ascoltarlo an-
che quando gli chiedono pareri. Senza di lui la società rischia di andare a picco e nel giro di qualche annolotteremo per non retrocedere, altro che per la Champions», è il timore di Claudio. Si è parlato molto di “deromanizzazione” del club, di perdita dell’anima stessa del-
la Romain virtù di una razionalizzazione aziendale e commerciale della passione. E per molti lettori il divorzio dal romano e romanista Totti è la mazzata definitiva dopo il mancato rinnovo di Daniele De Rossi. «Non uccidete i nostri sogni. Non abbiamo vinto ma almeno avevamo Totti», scrive Stefano per il quale il legame con Francesco è più forte della fame di trofei. Centinaia di messaggi, tante dimostrazioni di affetto: «Senza il capitano… che Roma è?» (Vilma); «spero che tante firme possano riportare il cuore di Roma al suo posto» (Maria Cecilia); «Capitano a casa sua» (Tobia e Angleo). Nel caos giallorosso Oberdan punta il dito sul consulente plenipotenziario Franco Baldini: «Sei invidioso di Totti e di quello che rappresenta, non hai capito che lui è l’incarnazione della nostra Roma. Se hai un po’
di buonsenso dovresti dimetterti (…). Non me ne farò mai una ragione di queste scelte
scellerate fatte da chi dovrebbe portare in alto i nostri colori». Ma c’è anche chi, come Fiorella, spera nel colpo di scena e si rivolge direttamente a Francesco:«Tì vogliamo a CASA. Comprala tu».
Fonte: Il Tempo