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Claudia Garcia: «Con Zorro in due anni al vertice»

Quello di Paulo Zorro Fonseca è il nome passato in pole nella difficile corsa alla panchina della Roma per la prossima stagione. Ma chi è il tecnico mascherato che ha vinto tre titoli di fila con lo Shakhtar in Ucraina? Lo abbiamo chiesto a chi lo conosce molto bene ovvero Claudia Garcia, giornalista portoghese per Sic (la maggiore tv lusitana) e inviata in Italia per Rai Sport oltre che redattrice di diversi giornali del suo paese.

Si parla sempre più di Fonseca alla Roma. E’ pronto Paulo per una piazza mai stata così calda come quella di Roma?
«Assolutamente sì. Non dimentichiamo che Paulo è arrivato in un momento molto difficile dello Shakhtar. Andava via Lucescu che era una sorta di santone e che adottava un calcio molto diverso dal suo. Fonseca ha portato una rivoluzione di gioco e di mentalità, riuscendo a fare meglio di Lucescu. La Roma si trova in un periodo di transizione e sta dicendo addio a molti senatori. Fonseca sa lavorare bene con i giovani, lo ha dimostrato in questi tre anni».

Cosa porterà Fonseca?
«Intanto è uno che ha vinto diversi trofei anche in Portogallo. Il fatto che la Roma è arrivata sesta lo aiuterà perché difficilmente potrà fare peggio. Se l’obiettivo della società è tornare tra le prime quattro e offrire un bel gioco quello di Paulo è il nome ideale. Con lui si può costruire un progetto e magari a partire dal secondo anno si potrà puntare a qualcosa di più».

E’ un allenatore a cui piace un calcio d’attacco, ma che tipo di persona è? Uno alla Mourinho?
«Paulo ha sempre detto di ispirarsi a Mou, ma dal punto di vista tecnico e tattico è molto più vicino a Guardiola e Sarri. Gioca all’attacco con tanta fantasia sulla trequarti. Ecco, con lui avremo un Guardiola portoghese in Italia. E’ uno che sa scherzare come ha dimostrato con la maschera di Zorro ma sul lavoro è di una serietà impressionante. Jorge Mendes (il mega agente, ndr) ci ha visto lungo».

In Portogallo ha fatto molto bene al Braga mentre è stato esonerato dal Porto, come mai?
«Ha sbagliato in alcuni rapporti coi leader dello spogliatoio, lo ha ammesso anche lui. Al Porto è arrivato dopo Villas Boas e Vitor Pereira, c’erano parecchi problemi finanziari. Arrivava da un piccolo club come il Pacos de Ferreira dove aveva ottenuto una storica qualificazione in Champions. Forse ha pagato anche questo. Ora è più pronto».

Fonte: Leggo

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