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La Roma cambia i centri di potere

(A. Angeloni) – Le cessioni eccellenti (Manolas, Dzeko), gli addii dolorosi (De Rossi e Totti), una piazza che bolle di rabbia e speranza. Che ne sarà della Roma? Certo, Amadou Diawara non può né deve bastare e quello è un indicatore su dove si stia andando. Giocatori di livello medio per una stagione media, che se diventa buona puoi sognare il quarto posto. Inter, Napoli e Juve sono scappate e irraggiungibili. Paulo Fonseca ha tutto l’entusiasmo che serve, è vergine da condizionamenti, da vecchi rancori trigoriani. Ha qualche idea e vuole portarla avanti. Prima condizione: non ci si trovi tra un anno a sentir dire, come è successo (da Totti) per Di Francesco «ha chiesto cinque giocatori, non gliene hanno preso nessuno». Seconda condizione: evitare affari funambolici, che hanno portato la Roma in difficoltà, che ancora oggi paga: Acquisti onerosi tipo Pastore, rischiosi tipo Karsdorp, eccessivi (c’era ancora De Rossi, forse serviva altro) tipo Nzonzi. Gianluca Petrachi si è ufficialmente insediato, avrà un compito difficile ma ha lo stesso entusiasmo di Fonseca.

LE ASPETTATIVE Roma è una piazza ambiziosa, frustrata. Vuole capire quale sia il punto di caduta, se ci sono margini per sognare o se sarà una stagione lacrime e sangue. Tutto possibile, ma va chiarito. Nessuna illusione. La Roma è da rifare. La prima esigenza: riformulare la spina dorsale, portiere, centrale difensivo, regista e centravanti. Poi serve l’alternativa giusta per ogni ruolo. La buona notizia arriva dalla non partenza di El Shaarawy, sperando che questo non porti alla cessione di un altro, vedi Zaniolo, uno dei due Pellegrini (Lorenzo è in odore di rinnovo, senza clausola) oppure Under, che ha anche bisogno di un vice. Il nuovo ds sta rimettendo a posto i conti e vuole partire con le entrate.

LE TRATTATIVE Quindi, non solo cessioni. Dopo aver definito l’acquisto di Diawara (quinquennale da circa 2 milioni) – che sarà ufficializzato a luglio (graverà sul prossimo bilancio) – Petrachi è a caccia del sostituto di Manolas, ieri ha pranzato con l’agente di Bartra (seguito con attenzione anche il difensore dell’Ufa – Russia – Ionut Nedelcearu). Ma è lo spagnolo, ex Barcellona e Borussia Dortmund ora al Betis, il successore designato del napoletano Kostas. Bartra, 28 anni, è cresciuto nella cantera del Barça: senso della posizione, abile nel gioco aereo, non rapido ed esplosivo come Manolas, ma con una maggiore qualità nei piedi, in alcune circostanze ha agito da terzino. Doppio ruolo, dunque. Come D’Ambrosio, che la Roma vorrebbe inserire nell’affare Dzeko-Inter. Bartra è bravo nella costruzione del gioco, ciò che vuole Fonseca. Sarebbe stato bello vederlo vicino a Manolas, ma ormai… Durante l’ultima stagione, ha disputato 46 partite tra Liga, Copa del Rey ed Europa League. Ha un palmares pieno di 2 Champions, 5 campionati spagnoli, 3 Coppe di Spagna, la Supercoppa europea e il Mondiale per Club del 2015 con il Barcellona e una coppa di Germania nel 2017 anche se in blaugrana ha avuto un ruolo di secondo piano (59 presenze in Liga in 6 anni). Trasferitosi in Germania è stato protagonista di un attentato nell’aprile del 2017: mentre era a bordo del bus che portava la squadra allo stadio per la sfida di Champions League contro il Monaco, un’esplosione ha provocato la rottura dei finestrini del pullman. Operato al polso e al braccio, dopo poco è tornato in Spagna al Betis. Pur portandosi dietro una clausola di rescissione di 60 milioni, il club spagnolo sta trattando su un’operazione di prestito con obbligo di riscatto fissato a 25 milioni. Anche perché Petrachi vuole anche, del Betis, il portiere Pau Lopez: 18 milioni più due di bonus e una percentuale del 30% sulla futura rivendita. A Trigoria, sarebbero anche disposti a rinunciare alla percentuale del 50% sulla futura rivendita di Sanabria, ancora in ballo con il Betis. Quanto alle punte, si va dalle idee Higuain (intensificati i contatti con la Juve, che chiede Pellegrini) e Icardi a Lammers, attaccante dell’Heerenveen in prestito dal PSV. Di sicuro là davanti non può bastare Schick.

Fonte: Il Messaggero

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