(M. Latella) – Così romani eppure immuni da quella romanità cialtrona che spesso, fuori Roma, provoca inarcamento dell’arco sopraccigliare. In questi tredici anni di vita coniugale e strettamente legata alla capitale, Francesco Totti e Ilary Blasi sono rimasti autentici. E, per loro e nostra fortuna, diversi. Autentici perché, per dire, i figli li hanno chiamati come pareva a loro e tanti saluti a chi ironizzava sulla scelta. Diversi perché, almeno finora, non c’è stato un gesto arrogante, un «lei non sa chi sono io», una sgommata da calciatore che può permettersi tutto (e a Roma Totti poteva e può tuttora ). Non c’è stata una scena da diva di Ilary che pure è telepopolare almeno quanto il marito.
SENSIBILITÀ Per dirne una: durante un torneo di calcio giovanile Cristian, 13 anni, il loro primogenito, non ha cercato il gol perché ha visto che il portiere della squadra avversaria non stava bene. Un gesto sensibile, di quelli che si apprendono in famiglia anche se l’ex capitano della Roma, scherzando in Tv, ha detto che lui comunque avrebbe prima tirato e poi si sarebbe accertato delle condizioni del portiere. Commento da capitano, perché poi ha prevalso il Totti padre: «Scherzavo. Cristian ha fatto bene». Per dirne un’altra. Il saper sorvolare con grazia, aspettando anni, su un episodio da Italia anni Duemila, quella degli agenti che ricattavano i calciatori, magari con l’aiuto delle veline. L’episodio dell’intervista rilasciata da una ragazza per qualche tempo nota in tv. Lei raccontò di una notte con Totti, lui smentì, il fratello di Totti (a sua insaputa) accettò il ricatto di un cosiddetto “agente”, sempre il solito. Ilary stava per sposare il suo capitano, aspettava il suo primo figlio. La cosa si chiuse lì, anche se tredici anni dopo la signora Blasi Totti su quell’episodio è tornata, in TV, e avendo di fronte il cosiddetto agente. Da allora, più niente. Un uomo fedele «alla donna che mi ha cambiato la vita». E una donna fedele a suo marito. Normale, mamica tanto. Nel suo essere normalmente iperfamosa Totti e Ilary sono stati un modello. Il modello per tanti che, amandoli alla follia, ne avrebbero imitato anche le volgarità o gli eccessi. Volgarità ed eccessi che a volte vengono usati per ritornare là dove nessuno ti vuole più se non sei tossico, adultero, ladro, senza casa o con un marito inventato: nei famigerati talk show rosa, un genere che avvelena in dosi così massicce soltanto la TV italiana.
ROMAN COUPLE La nostra Roman couple da quel mondo si è tenuta lontana. E’ stata, peraltro, anche l’unica Royal couple che Roma ha avuto negli ultimi decenni. E se da Roma andranno via? Andrà via un simbolo ultra pop eppure ultra low profile. Perché si può essere romani senza mai cedere all’arroganza o all’esibizione. Totti e Ilary, in questi anni, erano lì a dimostrarlo a quanti, per pregiudizio, pensavano e pensano il contrario. I Totti non sono i nostri Beckham. Sono meglio. Infatti quando i Beckham e tutti i loro eccessi da nouveau riches si sono trasferiti a Los Angeles, i londinesi, o quel che resta di loro, nemmeno se ne sono accorti. Invece ora che Totti lascia la Roma e forse anche la città, siamo qui a scriverne e soltanto l’ idea dispiace. Anzi, ci mancano già.