(S. Carina) – I video e le numerose foto che immortalano martedì notte il ds in pectore Petrachi, ancora tesserato con il Torino, e il Ceo Fienga di ritorno da Madrid all’aeroporto di Fiumicino, non solo inaspriscono oltremodo i rapporti tra il dirigente salentino e il presidente granata, Cairo, ma rilanciano ancora una volta l’interrogativo sul ruolo di Totti. Non più tardi di qualche giorno fa, il presidente Pallotta nella lettera pubblicata sul sito del club, aveva elogiato Francesco («Sono stato testimone di quanto stia proseguendo la sua maturazione come dirigente. La sua maturità, le sue intuizioni e la sua competenza, nel confronto con me e con Fienga riguardo un potenziale candidato alla panchina, sono state più utili dei consigli di chiunque altro») lasciando intendere come l’ex Capitano fosse sempre più coinvolto nelle decisioni tecniche. In primis quella riguardante la scelta del prossimo allenatore. A tal punto che era tornata a rimbalzare per l’ennesima volta la possibilità di conferirgli una carica nell’organigramma societario (quella che ora non ha) alla voce di responsabile/direttore tecnico.
SENZA RUOLO Premesso che la sfumatura tra responsabile e direttore fa tutta la differenza del mondo e che a Trigoria invece si continua a ripetere che «nuovi incarichi non sono all’ordine del giorno», appare curioso che nel momento in cui la Roma si muove per andare a Madrid per parlare con il futuro tecnico (anche questo fatto abbastanza insolito: normalmente accade il contrario) Totti rimanga a casa. Come c’era già rimasto a metà aprile quando Massara (ieri ha ufficializzato le dimissioni) aveva raggiunto la dimora di Pallotta a Boston, in compagnia di Baldini, per questioni di mercato. A proposito di Baldini: in questi giorni il consigliere del presidente fa trapelare off record come sulla scelta di Fonseca non c’entri nulla e che la decisione di virare sul portoghese non è sua ma dell’ala italiana del club. Ma Totti, che non va a parlare con Fonseca e che da settimane lascia intendere come preferirebbe un tecnico che ha già lavorato in serie A (il contatto diretto con Gattuso e l’appoggio in seconda istanza alla candidatura di Mihajlovic sono lì a confermarlo), ne fa parte? La risposta, mai come stavolta, appare scontata.