Il Tas (Tribunale arbitrale di Losanna) non ha messo in calendario udienze che riguardano il caso Milan fino al 14 agosto. E il club non sembra affatto intenzionato a chiedere la procedura d’urgenza. La conclusione più diffusa è stata quella di pensare che, con tempi più lunghi, la prossima Europa League sia quindi da dare per scontata. Non è così. Ci sono due scenari.
La Camera giudicante dell’Uefa ha deciso di sospendere il giudizio sul Milan per le violazioni delle norme del fair play finanziario nel triennio 2015-2018 per attendere la decisione del Tas sulle violazioni del triennio precedente. La mossa dell’Uefa, all’insegna di una giustificata prudenza, ha in qualche modo complicato la questione-Milan che, già così, rappresenta un’assoluta anomalia. Il peccato originale è stato quello di non chiudere prima un settlement agreement che avrebbe consentito di studiare un piano di rientro, pur con tutte le restrizioni e i paletti che questo comporta, ma sanare definitivamente il pregresso (come accaduto a Inter e Roma). In assenza di un accordo simile, il Milan continua a essere sotto osservazione triennio per triennio: quindi per il ‘14-’17 si è rivolto al Tas dopo la condanna a 12 milioni di multa e all’esclusione dalle Coppe nel 2021 in caso di mancato pareggio di bilancio, per il ‘15-’18 è appunto in attesa di giudizio, ma, continuando così, sarà sanzionato di nuovo per il ‘16-’19 visto che anche nel bilancio in chiusura non rispetta la regola del pareggio di bilancio. In sostanza, viene punito più volte per gli stessi esercizi. [..]
Ecco perché il Milan vorrebbe raggiungere un accordo con l’Uefa «omnicomprensivo». Un lavoro diplomatico è partito ed è ancora in corso, naturalmente dentro le regole consentite. E non si può escludere di arrivare al risultato in tempi brevi. Il compromesso non dispiacerebbe neanche ai vertici Uefa che hanno capito come il fairplay finanziario, nato per sanare i conti dei club, è diventato un diabolico sistema che tiene lontani gli investimenti e cristallizza i rapporti di forza in atto. [..]
Se le due parti raggiungono un accordo (consent award), il Tribunale arbitrale non ha alcuna discrezionalità: deve limitarsi a certificarlo. E la Camera giudicante potrebbe a quel punto decidere di sanzionare il Milan in linea con quell’accordo. Quale potrebbe essere? Un anno di esclusione dalle Coppe e più tempo per raggiungere il pareggio di bilancio. In questo caso, il Milan rinuncerebbe a giocare l’Europa League, ma potrebbe mettere fine alla spirale di sanzioni, stabilendo un percorso di rientro.
Lo scenario numero 2 è che non ci sia alcun accordo, si aspetti il Tas che, con il presidente e i due arbitri, prende autonomamente una decisione. Il Tas potrebbe o confermare le sanzioni già comminate dalla Camera giudicante (esclusione dalle Coppe nel 2021 in assenza di pareggio di bilancio e 12 milioni di multa), oppure imporre una revisione, comminando quelle che reputa siano le pene più congrue. [..] facile pensare che non si riesca prima dell’inizio della nuova stagione: il Milan quindi manterrebbe l’Europa League, ma sposterebbe solo in avanti il problema e continuerebbe a essere oggetto del monitoraggio per i trienni a seguire. Con l’ipotesi di essere esclusa dalle Coppe di nuovo tra un anno.
Fonte: corriere della sera