(G. DRAGONI) – Si gonfia la bolla nei bilanci del caldo italiano. La bolla delle plusvalenze del calciomercato nella stagione sportiva terminata a giugno 2018 è aumentata da 749 a 777 milioni di euro per l’intero calcio professionistico(serie A, B eC). Per oltre il 90% è costituita dalla serie A, nella quale le plusvalenze sono aumentate da 693,4 a 713,1 milioni. Erano 376 milioni nell’esercizio chiuso a giugno 2016. È una bomba a orologeria, perché l’aumento dei valori dei giocatori nelle compravendite (spesso pagati con la cessione di altri calciatori) e quindi l’incremento delle plusvalenze gonfia i costi nei bilanci, attraverso l’appesantimento degli ammortamenti. La voce ammortamenti e svalutazioni è aumentata da 696 am milioni per l’intero calcio professionistico, per la serie A da 628,7 a 712,6 milioni, lo stesso valore delle plusvalenze. La fotografia dei conti è nel ReportCalcio 2019, curato dalla Figc in collaborazione con Arel e PricewarerhouseCoopers (PwC), presentato ieri al Senato. Il rapporto è riferito alla stagione chiusa il 30 giugno 2018. Il profilo economico-finanziario è stato curato da PwC, lo ha illustrato Andrea Samaja. L’analisi mostra che stanno peggiorando i conti del calcio. Il rapporto mette insieme i bilanci di tutte le squadre e fa un bilancio complessivo aggregato. Ma poiché le plusvalenze vengono realizzate quasi tutte con la compravendita di giocatori tra squadre italiane, se si facesse un vero bilancio consolidato le plusvalenze, essendo infragruppo, andrebberoeliminate. Pertanto la perdita effettiva del sistema calcio è molto più alta di quella «ufficiale» che appare dal bilancio aggregato. In serie A i ricavi operativi, escluse quindi le plusvalenze, sono cresciuti del 6,6%a 2.358,3 milioni. Il costo del lavoro è aumentato de15,8% a 1.473,9 milioni. Le plusvalenze, al netto delle minusvalenze (salite da 24 a35 milioni), sono pari a 678milioni, rispetto ai 669,4 milioni del 2016-2017. [..]
Fonte: Il Sole 24 Ore