(M. Favale) – Se non bastasse le prevista frenata della giunta Raggi sullo stadio a Tor di Valle (i segnali in questo senso si susseguono ormai da mesi), James Pallotta si ritrova a dover gestire l’ira del cda di Eurnova, la società incaricata di costruire l’impianto che dovrebbe (il condizionale a questo punto è d’obbligo) ospitare gli incontri casalinghi della squadra giallorossa. Venerdì i vertici della società che ha cambiato management dopo l’arresto di Luca Parnasi (e guidata fino a tre giorni fa dall’ad Giovanni Naccarato) si sono dimessi in blocco. Una decisione presa visto il lungo tentennare di Pallotta nel chiudere il contratto da 100 milioni per la cessione dei terreni di Tor di Valle che prevedeva un acconto da 10 milioni da pagare a Eurnova. Una boccata d’ossigeno per la società di costruzioni che sta sostenendo in solitaria tutte le spese e che ora dovrà nominare i nuovi vertici. Una mossa, soprattutto, per mettere alle strette il patron della Roma che sa bene che in assenza di Eurnova lo stadio non si fa. Senza nemmeno dover aspettare l’eventuale retromarcia del Campidoglio a guida M5S.