(M. FERRETTI) – Ma quale dualismo! Avere in squadra due ragazzetti del 99 come Kluivert e Zaniolo non potrà mai rappresentare un problema per la Roma; se mai, è una grossa risorsa a disposizione di Paulo Fonseca. Che, avendo con sé due talenti come Justin e Nicolò, deve soltanto stare attento a usarli nel modo più conveniente per la sua squadra. Esattamente come accaduto a Lecce, con l’olandese devastante da titolare e l’azzurro altrettanto straripante da subentrato. Con due tipetti così in rosa, e l’alto numero di partite da giocare, l’abbondanza non potrà mai rivelarsi un fattore negativo, a patto che proprio Kluivert e Zaniolo per primi abbiano ben ficcato in testa il concetto che al primo posto c’è sempre la Roma. A Lecce, ad esempio, Nicolò è entrato esattamente come doveva entrare: carico, tosto, propositivo, brillante. Chi si aspettava che confezionasse una prestazione polemica per l’iniziale panchina deve semplicemente ripassare un’altra volta. Perché se a Nicolò si chiede (anche) maturità, la sua prova allo Stadio del Mare sta a dimostrare/confermare che l’ex interista sta crescendo, e bene, sotto tutti gli aspetti. E poi se Paulo Fonsecafa giocare praticamente sempre da titolare Kluivert (è rimasto fuori soltanto contro l’Atalanta, unica sconfitta stagionale della Roma…) un motivo valido assai deve averlo. Il motivo c’è. Esiste. Justin è uno che tre volte su cinque salta di netto l’avversario in virtù di uno scatto letale: se solo riuscisse a passare meglio il pallone, a non vanificare tutto il suo strapotere velocistico l’olandese sarebbe già un elemento di caratura internazionale. A Lecce ha dato costantemente la scossa, specie quando la sua squadra era un po’ troppo sonnolenta, fornendo una sponda tattica continua per andare a far male ai padroni di casa. Quasi logico, perciò, che Kluivert abbia partecipato in maniera attivissima alla costruzione del gol da tre punti di Dzeko.
I MALPENSANTI – Zaniolo è una forza della natura con i piedi buoni. Sono pochi, nel nostro campionato, i calciatori che sanno lasciare sul posto l’avversario e che, in progressione, fanno quello che vogliono. A Lecce, sia a destra che a sinistra, è stato imprendibile, immarcabile: se ha spazio per potersi lanciare, Nicolò diventa micidiale. E siccome ha venti anni anche lui deve perfezionare la tecnica e la serenità a due passi dal portiere avversario. Chi pensa che, quasi allo scadere dopo una cavalcata infinita, Zaniolo non abbia volutamente passato il pallone a Kluivert, solo soletto con la porta spalancata davanti, probabilmente è lo stesso che ritiene che avere in rosa due come Justin e Nicolò sia un problema. Avercene di questi problemi, però…
Fonte: Il Messaggero