Ieri la diretta Instagram con Bobo Vieri, oggi lunga chiacchierata via social con Luca Toni, compagno di squadra della nazionale e anche della Roma, oltre che grande amico. Tanti gli argomenti affrontati tra i due ex attaccanti, tra cui anche l’addio alla squadra giallorossa che Totti ancora fatica a digerire, oltre al suo nuovo lavoro di scopritore di talenti. Questo il botta e risposta trai due:
Hai mai visitato Roma?
“Non posso, ti riconoscono anche con la mascherina”.
Poi ti dicono di tornare alla Roma?
“Non è che debba fare una passeggiata in centro per sentirmelo dire (ride, ndr)”.
Vengono i tifosi sotto casa?
“Anche dietro! C’è un cancello, ci sono le guardie…”
Stai vedendo qualche giovane buono?
“A distanza, controllo”.
Quanta gente hai che guarda i giovani?
“Ho 2-3 persone che fanno i capi scout. In più altre in giro per l’Italia e per l’Europa. L’ultima parola spetta al padrone. Qualcosa la azzecco”.
A parte me, che sono stato l’attaccante più forte, quale sarebbe un attaccante col quale avresti voluto giocare?
“Il sogno mio è sempre stato Ronaldo”.
L’hai mai chiamato per farlo venire a Roma?
“Avremmo dovuto fare i buffi per 100 anni (ride, ndr). Per me è stato il più forte di tutti”.
Secondo te chi è il 10 più forte?
“Dybala. Gioca poco, ma hai visto chi ha intorno? Con tutto il rispetto, parliamo di extraterrestri. Se diventassi allenatore, li farei giocare tutti e tre. Douglas Costa? Quando sei in una grande squadra, ci sono tanti giocatori forti e le scelte vanno fatte. L’allenatore deve essere bravo a gestire”.
Potresti farlo ad arrivare alla Roma…
“Tu pensi che ci voglia venire?
Magari cambia la società e arriva uno coi soldi e che voglia investire
“Magari vuoi andare in una squadra per vincere, quando vieni a Roma però non vuoi più andare via”.
Se penso a quello scudetto che abbiamo perso…
“Roma è qualcosa di particolare, è diversa da ogni altra città”.
Per quanti anni hanno festeggiato i tifosi dopo il 2001…
“Fino all’anno scorso (ride, ndr)”.
Altri giocatori forti?
“Insigne. Ci stanno un po’ di giocatori. È difficile trovarne del nostro livello. In passato a Brescia e Bologna trovavi giocatori incredibili. Era troppo più bello e affascinante”.
C’erano più giocatori perché facevano i gol, adesso si montano la testa su Instagram… noi attaccanti eravamo da 20 gol in su, adesso superano 10-15…
“Eravamo altri giocatori. È brutto dirlo, ma erano altri tempi”.
L’unico è Immobile.
“Chi?”
Immobile.
“È un bel giocatore. Ti capitano quelle annate in cui come tocchi palla fai gol…”
Mancini sta facendo bene in nazionale…
“La nazionale è forte! Ha i migliori giovani, 5-6 giovani di prospettiva”.
Zaniolo, Chiesa…
“Ce ne stanno tanti. Poi ci sono Insigne, Immobile, Chiellini, Bonucci, Verratti… ce ne stanno di giocatori. C’è Florenzi…”
Magari con un anno di esperienza in più si può fare qualcosa di bello.
“Già rischiavano di fare bene quest’anno. Dal 2006 c’è poca roba…”
L’unico che è rimasto del 2006 è Buffon…
“Gigi ha rinnovato, eh (ride, ndr)! Altri 2-3 anni li può fare a mani basse. Se fa le partite tranquille le fa con la pipa in bocca. Se sta bene fisicamente, perché no? È un discorso di voglia, ma sembra che lui ce l’abbia. Fortunatamente prende anche meno botte. Non è che lo fa per soldi poi, lo fa perché gli piace”.
Quando smetti ti manca il campo…
“Vuoi parlare con me di questo argomento?”
Il tuo addio stato uno dei più emozionanti.
“Io non volevo smettere, stavo bene fisicamente, perché dovevo? Poi non volevo giocare sempre, non ho imposto niente a nessuno”.
Hai smesso perché non volevi lasciare la Roma?
“Ho fatto questa scelta di vita, dovevo rovinare questo percorso? Non mi cambiava niente, sia sul lato economico che su quello sportivo. Se devo cambiare per fare un anno in più non cambia nulla. Non sono stupido, non ho 10 anni. Se sto bene fisicamente, mentalmente e vedo che durante gli allenamenti posso dare il mio, perché non arrivavo secondo a nessuno…”.
Io arrivavo secondo anche quando giocavo (ride, ndr).
“Ma avevi la scusa che eri giovane. Ma se stai sempre al 100%, lo so che non gioco tutte le partite, non sono stupido. Ma stando là aiuti i giovani, l’ambiente, l’allenatore e sei a disposizione nei momenti di difficoltà. Sarei stato contento anche non giocando, mi bastava far parte del gruppo. Ogni volta che entravo, lo stadio si accendeva sempre di più. Era un bene per me e per i compagni. Comunque, c’è sempre una fine. Il problema è che alcune persone mi dicevano che avrei deciso io e poi è arrivato il momento in cui mi hanno messo da parte. Ci sono rimasto male perché per la Roma ho dato tutto, mi sarei tagliato anche una gamba”.
Quando non servi più neanche ti chiamano più…
“La vita è così, ci mancherebbe altro. Ma alla fine dispiace”.
Porterai qualche ottimo giocatore alla Roma.
“Spero di trovarglielo, per la Roma”.
Col presidente c’è un bel rapporto (ride, ndr).
“Finché è così (inteso con Pallotta presidente, ndr) non penso che rimetto piede a Trigoria. Ogni volta che porto Cristian, resto fuori dai cancelli. Non ho mai più messo un piede a Trigoria. Certe volte resto in macchina e mi viene da piangere a pensare che dopo 30 anni non posso più entrarci”.
Non vai perché ti fa star male?
“Ho lasciato, basta. Amici lì ne ho tanti e guai a chi me li tocca. Escono fuori dal cancello e mi vengono a salutare”.
Tuo figlio gioca a Trigoria? Non vedi la partita?
“No, lo giuro. Mi ammazzerei. Ma non ho paura di nessuno, ho sempre rispettato tutti. Lui ogni tanto mi chiede di venire, la cosa brutta è portarlo”.