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Atalanta-Roma, le PAGELLE: crollo dopo 45′, Fonseca responsabile. Allarme Mirante, esterni asfaltati. Pedro e Pellegrini invisibili

(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle assegnate ai calciatori di Atalanta e Roma, al termine della gara valida per la 13.a giornata di Serie A:

-ATALANTA-

Gollini 7; Toloi 6.5, Romero 5.5 (Palomino 6.5), Djimsiti 7; Hateboer 7, De Roon 7, Freuler 7, Gosens 7.5 (Mojica sv); Malinovsky 6.5 (Miranchuk sv), Pessina 6 (Ilicic 8); Zapata 7 (Muriel 7). All: Gasperini 7.

-ROMA-

Mirante 4,5 – Un po’ per acciacchi fisici, un po’ perché chi è dietro di lui è in forma peggiore, il 37enne portiere delude ancora. Prova fotocopia di quella di Napoli, con un errore marchiano (sul 2-1 di Gosens) che indirizza il match. Poco reattivo anche sulla rete di Ilicic.

Mancini 5,5 – Parte bene facendo sentire fisicità e caviglie all’avversario diretto Pessina. Il giallo comminatogli nel primo tempo lo limita. Affonda, anche per una condizione non al top, nel secondo tempo con tutti i compagni di reparto.

Smalling 5 – Zapata è la sua bestia nera. Prova ad arginarlo col fisico nel primo tempo, poi si fa sovrastare dal colombiano come accadde nella gara dell’Olimpico dello scorso anno. E’ il simbolo di una Roma troppo fragile nel mollare l’osso.

Ibañez 5 – Prova ad arginare con le sue armi migliori gli attacchi atalantini, ma tra leziosismi inutili e letture sbadate lascia spesso praterie libere nelle sue zone. Soffre i movimenti tra le linee di Malinovsky, crolla contro la classe di Ilicic.

Karsdorp 5 – Gara dei due volti. Primi 45′ lodevoli, per attenzione e precisione nelle chiusure. Rientra in campo timoroso e a rilento, facendosi ubriacare da Gosens. Colpevole di perdere il tedesco nell’azione del 2-1.

Pellegrini 5 – Insufficienza da dividere con Fonseca, che in una gara così delicata e con una caviglia dolorante lo piazza in mediana, in balia della struttura tatticamente violenta del duo Freuler-De Roon. Difficile percepire la sua presenza in campo, anche in fase di palleggio. (81′ C. Perez s.v. – Qualche minuto senza strappi degni di nota).

Veretout 5,5 – Fino all’errore marchiano che spalanca a Muriel il corridoio del 3-1 era tra i pochi da lodare. Solita corsa, impegno e anche un sinistro insidioso che poteva portare la Roma al raddoppio. Se crolla anche lui, sono dolori. (81′ Villar s.v. – Doveva entrare molto prima se non giocare dall’inizio, ma questa non è una sua responsabilità).

Spinazzola 5 – Preoccupato dalla forza di Hateboer, si limita alla fase difensiva con un’unica eccezione: il palo colpito sull’uscita di Gollini. Ma poteva fare molto meglio. Ad aggravare il tutto un altro stop muscolare che lo toglie dall’incontro. (66′ Bruno Peres 4,5 – In pochi si sono accorti del suo ingresso. Anzi, probabilmente Ilicic sì, visto che agisce senza ostacoli dalla sua parte).

Pedro 4,5 – Continua il momento no. Poco reattivo anche ad inizio match, quando la Roma sembrava girare al meglio. Nella ripresa prova a destarsi ma esagera nei dribbling, incaponendosi e perdendo efficacia. Negli ultimi 20 metri è impalpabile. Il crollo di forma inizia ad essere preoccupante. (73′ Cristante 5,5 – Cambio della disperazione quando ormai il risultato è compromesso).

Mkhitaryan 6 – Lo zampino lo mette sempre, anche in una serata così negativa. L’assist al bacio per Dzeko illude i giallorossi. A volte sembra correre da solo, tanto da sparire dai radar a metà ripresa. Concepibile per uno che ha sempre portato la carretta.

Dzeko 5,5 – Pronti, via trova il gol che poteva spalancare ai suoi le porte di un colpaccio da urlo. Gioca bene contro Romero mentre soffre da matti la fisicità di Palomino. Il calo nel secondo tempo è fisiologico ma anche colpevole, visti alcuni errori non comuni per uno come lui. Andava forse sostituito per evitargli sforzi ormai inutili.

All. Fonseca 4,5 –  Terza sfida con l’Atalanta e terza sconfitta. Continua la maledizione contro le presunte grandi con un’altra prestazione durata solo un tempo. La sensazione, corroborata dai numeri, è che prepari bene le partite ma le legga molto male. Entra Ilicic e la partita tatticamente cambia, lui rimane immobile. Gasperini gioca le sue carte e vince la sfida a scacchi. Ogni volta le contromosse sembrano tardive. Dopo un anno e mezzo i giudizi si avvicinano ad essere definitivi.

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