(F. M. MAGLIARO) – Sempre lontano dai riflettori, la lunghissima gestazione del closing fra la Eurnova, società di Luca Parnasi, e la CPI di Radovan Vitek per la compravendita dei terreni di Tor di Valle e il subentro nel progetto Stadio della Roma si avvia alla conclusione. Da alcuni giorni è stata fissata la data del 31 marzo come quella per la firma del rogito. E, in previsione, VItek ha già fondato la propria società che si occuperà dei terreni dell’ex ippodromo: la “CPI Tor di valle”, nome di poca fantasia.
Confermato il valore dell’operazione: 50 milioni di euro. Il che porterà il totale dell’investimento dell’immobiliarista ceco su Roma a circa 450 milioni. In realtà le due società, Eurnova e CPI, stanno cercando anche di abbreviare i tempi del closing di un paio di settimane ma è impresa complessa anche perché, nel frattempo, si stanno anche chiudendo gli accordi con tutti i vari creditori – per un ammontare totale di circa 4 milioni di euro – che si sono aggiunti alla “procedura esecutiva” (pignoramento, ndr) sui terreni operata a ottobre scorso da una società, la Penelope, che ha rilevato un debito Sais ereditato da Parnasi.
In questi giorni, quindi, mentre Vitek continua le interlocuzioni con i Friedkin – proseguono gli incontri centrati sempre sulla valutazione e ripartizione degli oneri delle opere pubbliche del progetto Stadio – e con Eurnova per la cessione dei terreni, la stessa Eurnova sta lavorando per cancellare il pignoramento e garantire il pagamento di tutti i debiti, da quelli con la Sais di Papalia, a quelli con Agenzia delle Entrate, a Penolope, e così via.
Il completamento di questa compravendita, segnerà l’addio di Luca Parnasi al progetto ormai incagliato, per l’ennesima volta da quando la Raggi e i grillini sono in Campidoglio, dal luglio 2020, quando il Comune consegnò alla Roma e a Eurnova la copia finale della Convenzione urbanistica.
Da allora, sul fronte dei privati quello che si è mosso è il subentro di Vitek a Parnasi. Su quello del pubblico si registra solo la lunghissima impasse politica fra Comune e Regione causata dalla adozione unilaterale da parte del Campidoglio di accordi con la Pisana non ancora conclusi sull’utilizzo dei 45 milioni di euro che la Roma pagherà al Comune per la ferrovia Roma-Lido di Ostia.
In realtà, gli uffici tecnici di Regione e Comune già da qualche giorno hanno concluso una nuova stesura dell’Accordo di Programma sui soldi giallorossi per la Roma-Lido, testo che ora è al vaglio della segreteria del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Ma anche qualora lo staff di Zingaretti desse il via libera in tempi brevi (e la Regione non ha alcuna fretta di dare alla Raggi qualcosa da vendere in campagna elettorale), il progetto in Aula per la votazione non ci andrà: la Raggi non ha più la maggioranza in Consiglio neanche sul Bilancio, figurarsi sullo Stadio.
Ma, a parte le vicissitudini politiche del Sindaco, la Roma al momento non ha intenzione di firmare l’atto d’obbligo, documento preliminare e obbligatorio per portare al voto tutti gli atti. In casa giallorossa, infatti, si stanno ancora facendo valutazioni e riflessioni sul progetto, sulla sostenibilità economica alla luce del Covid, sul suo impatto globale e sulla sua fruibilità per i tifosi dopo le sciagurate modifiche operate dalla Raggi e dai suoi alla mobilità pubblica e privata. Tutte riflessioni che, stando a quanto trapela, non termineranno prima dell’arrivo del nuovo Sindaco.
Fonte: Il Tempo