Francesco Totti è sempre un personaggio che tira, uno di quei simboli del calcio che viene riconosciuto in tutto il mondo. Da “semplice” capitano della Roma ad ambasciatore del pallone nostrano. Ora sta per uscire anche la serie a lui dedicata che andrà in onda su Sky, con il figlio di Sergio Castellitto ad interpretare il suo ruolo.
Proprio all’evento televisivo e allo storico numero 10 della capitale, Il Quotidiano del Sud ha dedicato il suo inserto “Lunedì Film”, con alcuni speciali tra cui una bella intervista a chi lo conosce bene, dentro e fuori dal campo. Stiamo parlando di Vincent Candela, grande protagonista sulla fascia sinistra del terzo scudetto romanista.
“La mia amicizia con Francesco Totti è tutta in quell’assist del 17 giugno 2001 contro il Parma. Con quel pallone è come se gli avessi detto: “puoi sempre fidarti di me, sono al tuo fianco”.
Totti ha detto che nel calcio ha avuto pochi amici veri, Vincent Candela è uno di questi. Intesa fantastica quella fra il terzino francese e il fuo- riclasse numero 10, che dal campo si è trasferita alla vita quotidiana.
Poi parlando del ruolo di Totti in quello scudetto il francese aggiunge:
“Lui in quel momento era al centro del pro- getto Roma. Parlò anche lui col presidente per spingerlo a puntare ancora su di me”.
Sul ruolo di Francesco nello spogliatoio Candela non ha dubbi:
“Uno che preferisce i fatti alle parole. Non era quello che ci faceva il bel discorso, per capirsi. A svolgere quel ruolo c’erano altri grandi giocatori, come Tommasi e Batistuta. Totti ci trascinava in campo, gli bastava uno sguardo. E tutti lo cercavamo”.
Dal punto di vista della carriera calcistica li accomuna anche il titolo mondiale con la Nazionale, Candela con la Francia nel ’98 e Totti con Italia nel 2006.
“Ha aspettato la sua chance, prima con l’Europeo del 2000, quando giocammo contro la finale fra Italia e Francia, e poi il Mondiale del 2006. Francesco veniva da un brutto infortunio ma ha dimostrato a tutti di essere anche un campione del mondo”.
Ultima battuta su uno degli argomenti anche della serie Tv, ovvero il ritiro dal calcio del “Bimbo de Oro”: “Non ero d’accordo anche se non molti la pensavano come me. Poteva dare ancora un grande contributo e per dimostrare la mia contrarietà alla scelta della società, non sono nemmeno andato alla sua ultima partita. Per me non era una festa ma un funerale”.
(Fonte: Il Quotidiano del Sud/intervista Luca La Mantia)