Dopo la sconfitta col Milan, la trasferta di Firenze attende la Roma: domani sera al “Franchi” va in scena Fiorentina-Roma, gara valida per la 25a giornata di campionato. Alla vigilia, come di consueto, l’allenatore giallorosso Paulo Fonseca ha parlato in conferenza stampa al “Fulvio Bernardini” di Trigoria. Il suo intervento:
Fiorentina-Roma significa dare subito risposte nella fase difensiva dopo qualche errore. Smalling e Kumbulla sono pronti per tornare anche titolari?
“I numeri sono questi. La squadra ha incassato più gol di quelli che vogliamo. Dobbiamo capire una cosa, l’organizzazione della squadra. Vediamo l’ultima partita: quante volte il Milan ha creato situazioni pericolose per la sua organizzazione offensiva. La squadra è stata equilibrata, non abbiamo permesso situazioni di organizzazione al Milan. Siamo noi che creiamo i nostri problemi, non è questione di organizzazione difensiva: il Milan ha creato quando abbiamo sbagliato in costruzione, quando abbiamo perso il pallone. Questo è accaduto anche in altre partite. Non è un problema di organizzazione, ma di decisioni, di perdere palloni all’inizio della costruzione. Possiamo dire che se sbagliamo in questo momento è perché giochiamo così, ma noi vogliamo giocare così. Dobbiamo capire se la squadra ha pressione e può giocare o no. Con il Milan non abbiamo avuto grande pressione, abbiamo sbagliato. Non possiamo sbagliare così, ma non è un problema di organizzazione difensiva. È anche un problema offensivo. Stiamo lavorando per migliorare e capire questo momento, che dopo permette all’avversario di creare situazioni. Non abbiamo grandi problemi nell’organizzazione difensiva. Kumbulla è pronto e giocherà domani, Smalling sarà convocato ma non è nella miglior condizione fisica per giocare 90 minuti”.
Il turn over domani riguarderà anche Mayoral?
“Mayoral giocherà domani. Abbiamo avuto tante partite, abbiamo gestito i mediani e gli attaccanti in Europa League. Ma con tanti problemi con i difensori è difficile gestire Karsdorp, Spinazzola, Cristante e Mancini. È difficile, ma gli altri giocatori stanno tornando adesso. Domani cambieremo 2-3 giocatori”.
Chi giocherà in porta?
“Pau Lopez”.
Quando si alza il livello degli avversari Mayoral non riesce ad emergere. È solo un caso o non è ancora pronto per le grandi sfide?
“Non possiamo dimenticare che il calcio italiano è difficile per gli attaccanti. È giovane, è arrivato adesso, sta imparando e migliorando, ha buoni numeri. Il problema è che se segna va tutto bene, se non segna va tutto male ed è responsabilità di un giocatore. Non posso vedere le cose così. Vale lo stesso per gli altri attaccanti. Se Dzeko segna va tutto bene, se non segna no”.
Potrebbe essere una soluzione contro squadre molto tecniche l’utilizzo stabile del 3-5-2?
“Abbiamo difeso 3-5-2 in partita, è stato chiaro questo. Il problema è che abbiamo perso palloni e abbiamo fatto errori che non possiamo fare nella nostra prima fase di costruzione, questo consente all’altra squadra di recuperare la palla e uscire veloce vicino alla nostra porta. Questo è il problema, nell’organizzazione difensiva noi siamo sempre stati equilibrati nel 3-5-2”.
In Roma-Milan avete segnato il pareggio costruendo l’azione dal basso e preso il 2-1 dopo un errore di Pau Lopez. Continua a pensare che far toccare tutti questi palloni al portiere dia più vantaggi che svantaggi?
“Per me è importante che il portiere giochi con la squadra. Se abbiamo la palla e non abbiamo soluzioni, dobbiamo dare il pallone all’altra squadra o tornare a giocare? La differenza è quando possiamo giocare e quando non possiamo farlo. Quando la squadra ha forte pressione non possiamo rischiare. Nel caso dell’errore di Pau Lopez non abbiamo avuto pressione. Pau Lopez ha sbagliato il passaggio, il Milan ha segnato. Non era una situazione di pressione, è stato un errore di passaggio, ma stiamo lavorando per migliorare questa questione. È sempre lo stesso problema, che giochiamo da dietro. Abbiamo sbagliato più di quello che possiamo, ma la squadra crea tante di queste situazioni quando inizia a giocare con la palla, non capisco questo dubbio. Se possiamo giocare, non dobbiamo dare la palla all’avversario. Se non possiamo giocare, non possiamo farlo. Dobbiamo capire questo”.
La Roma è la squadra che raccoglie meno dalla panchina: sono arrivati solo 2 gol da chi subentra a differenza degli 11 dell’Atalanta, 9 del Napoli e 8 della Juventus. Che spiegazione si è dato? C’è un problema di atteggiamento da parte di chi entra dalla panchina?
“Sono numeri, non posso fare questa valutazione così. Non ho i numeri concreti, ma penso che nel 70% delle partite in cui i giocatori sono entrati, stavamo vincendo. Non abbiamo fatto gol con i giocatori subentrati, li avevamo già fatti. Anche quando sono entrati, abbiamo creato situazioni per fare gol. Non possiamo scappare dai numeri, ma come allenatore non posso valutare così. Devo vedere quando i giocatori entrano, com’è il risultato, se l’obiettivo principale in quel momento è fare gol. Magari l’Atalanta e le altre squadre di cui avete parlato hanno avuto più partite in cui i giocatori quando entrano devono cambiare il risultato. Non abbiamo avuto molte partite in cui dovevamo cambiare il risultato con i giocatori subentrati. Magari l’obiettivo principale dei giocatori che entrano è aiutare la squadra a difendere e non ad attaccare. Dipende dalle circostanze”.
Dopo le sconfitte con le big parla spesso di dettagli ed errori individuali, ma mai di situazioni tattiche. Perché la Roma pretende di giocare lo stesso tipo di calcio contro le grandi, che invece adottano strategie diverse anche in corso di gara e lavorano sui vostri punti deboli? Ci ha detto che la squadra ha una sua identità e non avrebbe variato in base ai risultati: in certi casi non può risultare un limite essere troppo riconoscibili?
“Non sono d’accordo con queste due questioni. Tutte le squadre hanno un’identità. Guardiamo le squadre più forti in questo momento in Italia: noi siamo quinti, ci sono sette squadre che vogliono arrivare nei primi quattro posti. Tutti hanno identità o no? Tutti cambiano le intenzioni di giocare? Non mi sembra. Milan, Lazio, Atalanta, Napoli e Juventus giocano sempre nello stesso modo. Cambiano identità? No. Quello che cambia è la strategia in ogni partita. Posso fare un esempio: siamo una squadra che normalmente pressa alto. Contro il Milan non lo abbiamo fatto, è una strategia ma l’identità non cambia. La strategia può cambiare in ogni partita. L’identità, soprattutto delle grandi squadre, non cambia, perché oggi perdiamo e domani vinciamo. Le grandi squadre sono quelle che hanno un’identità forte e non cambiano. Abbiamo tre partite in sei giorni e il tempo per lavorare è poco, non c’è tempo per cambiare. Non sono d’accordo col cambiare. La squadra può avere la stessa identità in diversi moduli. Non vedo in Italia squadre che cambiano identità. Oggi si vince e va tutto bene, domani perdiamo e va tutto male e dobbiamo cambiare, così la squadra non crea un’identità forte. Le grandi squadre non cambiano identità in funzione dei risultati. Questo è chiaro per me”.
Come ha visto i ragazzi in questi giorni?
“La squadra ha reagito sempre bene dopo le sconfitte, questo è positivo. In questi giorni la squadra non è entrata in depressione, come molti hanno fatto fuori. Domani possiamo vincere, perdere o pareggiare. Ho visto una squadra che ha capito cosa non abbiamo fatto bene, che dobbiamo migliorare principalmente in questi aspetti e che è pronta per lottare nella partita di domani. Non siamo in depressione, magari molti fuori entrano in depressione quando non vinciamo. In una squadra di calcio non si possono avere queste situazioni. Dobbiamo pensare a quello che abbiamo fatto, migliorare e cercare di essere forti nella prossima partita”.
Domani in panchina ci sarà Prandelli, all’andata c’era Iachini. Come è cambiata la Fiorentina? Quali sono i rischi?
“Sono allenatori diversi, due grandi allenatori. Non è lo stesso affrontare oggi la Fiorentina rispetto a quella dell’andata. È una squadra molto forte con grandi giocatori, è vero che non è stata regolare ma per esempio ha vinto contro la Juventus 3-0 e in questi momenti può fare tutto. È una squadra fortissima, che vuole avere la palla, esce bene in contropiede e non ho dubbi che domani sarà una partita difficile per noi. Ma, come ho detto, in questi giorni ho visto una squadra che vuole lottare per i tre punti domani”.