(K.Karimi – A.Papi) – La stagione 2020-2021 della Roma si è conclusa in maniera agro-dolce. Un negativo settimo posto in classifica, un’ottima cavalcata in Europa League fermatasi solo in semifinale ed un flop totale in Coppa Italia.
La redazione di GGR ha assegnato i voti e pagelle finali, al termine di questa lunghissima e particolare annata.
-PORTIERI-
Pau Lopez voto 5: pochi alti (la prestazione di Amsterdam) e moltissimi bassi. La sua annata è negativa per le prove insicure tra i pali e la regressione nel gioco con i piedi. Solo l’infortunio può salvarlo da una cessione obbligata.
Mirante voto 4,5: capolinea della carriera. Tra una disputa societaria e l’altra per il mancato rinnovo, non si è quasi mai fatto trovare pronto. Il secondo tempo di Manchester è la sintesi della sua inaffidabilità.
Fuzato voto 6: tornato dopo l’infruttuoso prestito al Gil Vicente, partecipa inerme alla disfatta di Coppa Italia con lo Spezia. Buono e promettente il finale di stagione da portiere titolare. Può restare, al massimo come secondo.
-DIFENSORI-
Mancini voto 7+: uno dei pochi elementi maturati e cresciuti nell’arco della stagione. Ancora acerbo in alcune situazioni, ma leadership e grinta non sono mai mancate. Mourinho ripartirà sicuramente da lui.
Smalling voto 4: desaparecido. Riscattato dal Manchester con entusiasmo popolare, è sceso all’aeroporto di Fiumicino già con un ginocchio in disordine. Poche prestazioni, tante ricadute e la paura costante di rifarsi male. Va ritrovato mentalmente e fisicamente.
Ibañez voto 5: chi ricorda solo la zampata vincente all’Ajax, mente. Troppi orrori difensivi, tanta irruenza e poco controllo. Le distrazioni fatali nel derby d’andata hanno mostrato il suo reale tallone d’achille.
Karsdorp voto 7: la vera sorpresa della stagione. Da esubero a novella locomotiva olandese, ha rivissuto i bei tempi di Rotterdam, anche grazie al lavoro atletico eccellente estivo. Nuova vita.
Spinazzola voto 6,5: da una parte l’esaltazione atletica di uno dei migliori esterni del campionato, dall’altra una tenuta muscolare sempre al limite e spesso insufficiente. La solita stagione dell’ex Juve, calciatore dalle potenzialità enormi ma frenato dai difetti fisici. Potrà essere ancora un titolare fisso?
Kumbulla voto 5: la rivelazione dello scorso campionato a Verona non è riuscito a bissare dalle parti dell’Olimpico. Anche per lui troppe noie muscolari e un impaccio atletico evidente. L’età è tutta dalla sua parte.
Bruno Peres voto 5,5: ce l’ha messa tutta, spesso è stato persino un titolare inamovibile, tra i più presenti della rosa. Grazie Bruno, ma siamo felicissimi di vederti volare a Trebisonda.
Santon voto 4,5: difficile considerarlo utile alla causa. Poco presente, quelle rare volte ha faticato a raggiungere livelli sufficienti.
Fazio e Juan Jesus senza voto: pochi ed ultimi vagiti, senza rintocchi esaltanti. E’ giunto il momento dei saluti.
Calafiori e Reynolds sanza voto: giudizi sospesi a momenti più probanti. Il ragazzo romano ha grandi qualità, ma non riesce ad esprimersi con continuità atletica. L’americano troppo brutto per essere vero.
-CENTROCAMPISTI-
Veretout voto 6,5: stesso discorso fatto per Spinazzola. A pieni giri ha rappresentato un fattore, anche in zona-gol. Una volta fermatosi per stop muscolare, non è più tornato in sé.
Pellegrini voto 6,5: i numeri parlano per lui. 46 presenze e 11 gol, di cui 7 in campionato. Se a questi aggiungiamo anche nove assist, si presenta il quadro di un centrocampista di tutto rispetto. Chi cerca un novello Totti e De Rossi è fuori strada.
Villar voto 6- : partito alla grande, da rivelazione della mediana, ha dimostrato tutte le sue qualità nel gioco sullo stretto. Peccato che le esaltazioni della piazza hanno avuto l’effetto contrario: seconda parte insufficiente, nervosa ed opaca. Crescerà, ma con più umiltà.
Cristante voto 5,5: va elogiato per lo spirito di sacrificio enorme, dimostrato quando schierato persino da centrale aggiunto. Peccato che le sue qualità restino nascoste e non idonee a fare il titolare e vice-capitano della Roma. Meglio quando, nel finale, è tornato a giocare da centrocampista incursore.
Diawara voto 5: siamo alle solite. Incostante ed inadatto, sia fisicamente che tecnicamente. Sporadiche buone apparizioni e tanti punti interrogative. Rispunta nel finale di stagione quando tutti hanno scoperto che il baby Darboe è già più affidabile di lui.
Darboe voto 6,5: il talento c’è ed è sotto gli occhi di tutti. Ma va protetto e lasciato esplodere in pace, magari anche puntando su un prestito per maturare altrove.
Pastore senza voto: il fatto che sia ancora vivo ci gratifica. Ma evidentemente non è più un atleta.
-ATTACCANTI-
Borja Mayoral voto 7- : 17 i gol alla sua prima stagione italiana, ben divisi tra Serie A ed Europa League. Ancora acerbo per sfondare le difese più toste, ma è una garanzia con le piccole. Va confermato.
Dzeko voto 6: incredibile che un centravanti del suo calibro conti zero reti nel girone di ritorno. Segno degli anni che passano e di un rapporto teso con Fonseca. In Europa e nel derby di ritorno ha comunque espresso i vagiti del vecchio leader.
Mkhitaryan voto 7,5: l’uomo in più della rosa. 13 gol e 11 assist sono una doppia doppia degna dei migliori roaster NBA. Si è spremuto nei limiti del possibile, come esterno, trequartista o centravanti. Peccato per la condizione precaria nelle due sfide contro il Manchester United. Rinnovo in bilico, perderlo sarebbe un oltraggio.
Pedro voto 5: lo squillo nel derby di maggio non cancella 6 mesi di oblio. Buona partenza con l’eurogol a Udine, poi nervi tesi e prove inaspettatamente deludenti. Chi è il vero Pedro?
El Shaarawy voto 5+: ritornato dalla Cina con l’entusiasmo dei bei tempi, da risorsa si trasforma in breve tempo in zavorra. Fa centro con lo Shakhtar ma si riferma sul più bello, tanto per cambiare per uno stiramento. Va rigenerato.
Carles Perez voto 5: due brillanti giocate alla Messi (con Benevento e Cagliari) ma anche infinite prove abuliche. Non basta un buon sinistro per fare la differenza a certi livelli.
Zaniolo: ad maiora.
-L’ALLENATORE-
Paulo Fonseca voto 4,5: una semifinale ottenuta con bravura e tanta fortuna, poi scelleratamente buttata via nell’intervallo di Old Trafford. Tatticamente rivedibile, come nel rapporto con i campioni dello spogliatoio (Florenzi non era quindi l’unico). Due anni senza costruire qualcosa di duraturo, con un centrocampo a due che non ha mai funzionato. 133 gol subiti sono un abominio che non può andare bene per una piazza come Roma, così come un settimo posto a pari punti con il Sassuolo. Non era la prima scelta nel 2019 e nel corso del tempo abbiamo capito perché. Grazie di tutto e arrivederci.