(K.Karimi – A.Papi) – I voti e le pagelle al termine di Sampdoria-Roma, posticipo serale della 34.a giornata di Serie A:
-SAMPDORIA-
Audero 7.5; Bereszynski 6.5, Tonelli 6.5, Colley 7, Augello 6.5; Damsgaard 6 (Candreva s.v.), Thorsby 7, Adrien Silva 7 (Ekdal s.v.), Jankto 7; Verre 6.5 (Ramirez 6); Gabbiadini 5.5 (Keita 6). All: Ranieri 7.
-ROMA-
Fuzato 4,5 – Confermata la grave impressione di aver 3 portieri in rosa che assieme non ne fanno uno buono. Regala alla Samp con i piedi il pallone per l’1-0. Mai troppo sicuro anche tra i pali.
Mancini 5,5 – Torna dopo il riposo forzato di coppa ma senza la consueta brillantezza. Nervoso e per l’ennesima volta ammonito, se la prende pure con i compagni di reparto. Si salva con l’inserimento che porta alla conquista del rigore a favore.
Smalling 4,5 – Fisicamente nullo, confusionario ed in difficoltà anche contro un Gabbiadini anonimo. La sua stagione è tutta racchiusa nella prova odierna, statica e in apnea. I 15 milioni spesi per riscattarlo rappresentano un errore (ad oggi) madornale.
Kumbulla 4,5 – Come per alcuni suoi colleghi, la maggiore difficoltà è quella di dover impostare non essendo assolutamente del mestiere. La sua condizione stenta e un colpo all’anca lo mette ko nella ripresa. Qualche colpa anche sul vantaggio Samp. (64′ Ibañez 5 – Nella disastrosa linea a tre cambia molto poco tra l’albanese e lui).
Santon 4,5 – Sorprende quando riesce a mettere un paio di palloni in area non sfruttati dai compagni. Per il resto è il solito pianto che ci fa chiedere come faccia nelle sue condizioni precarie a giocare ancora in A. Dormita colossale (come a Cagliari) sul gol del raddoppio di Jankto. (69′ Karsdorp 5 – Entra ma non si percepisce neanche).
Villar 4,5 – Finché c’è da giocare il pallone sullo stretto se la cava, ma appena si richiede un cambio di gioco o una verticalizzazione è un disastro. Assente ingiustificato. Se non verrà presto guidato bene da un allenatore tosto e coerente rischia di diventare l’ennesimo flop spagnolo in Italia. (83′ Darboe s.v. – Il fisico c’è, il calciatore si farà).
Cristante 4 – In molti hanno chiesto a gran voce il suo ritorno a centrocampo. Ma con il cambio di ruolo tornano automaticamente le miriadi di errori e difetti che ne hanno contraddistinto la sua carriera romanista. Pachidermico, rallentato e impreciso. Rischia pure di essere cacciato fuori in più di un’occasione. La fascia da capitano sul suo braccio fa rabbrividire i mitologici predecessori.
Bruno Peres 4,5 – Parte il countdown delle gare che mancano a non vederlo più in maglia giallorossa. Ennesima prova senza senso, priva di spunti offensivi e con ripiegamenti in ritardo a livello difensivo. Il fatto che abbia accumulato ben 41 presenze stagionali è il sintomo di una rosa insufficiente e da brividi.
Mkhitaryan 5 – Oltre alla condizione fisica che non ritorna a livelli accettabili, si nota un problema mentale. Appare ormai in disarmo, quasi fuori dal match e senza un ruolo ben specifico. Corse generose a parte, ricava l’ennesima prestazione sotto le aspettative.
Borja Mayoral 5 – Era stato uno dei più attivi ad inizio gara, con tanto di due reti sfiorate nel primo tempo su cui si immola Tonelli. Il feeling con Dzeko è approssimativo, così come il resto della sua serata. (69′ Pastore 5 – In molti si aspettavano la sua presenza dall’inizio. L’infortunio è alle spalle, ma dovrebbe ritornare ad essere un atleta prima di poter sperare in più spazio).
Dzeko 4,5 – Il canto del cigno appare ormai definitivo. Le cose migliori, ovvero due reti ed un assist, sono annullate dal VAR per posizioni ineccepibili di fuorigioco. La generosità c’è, ma l’imprecisione è appannata dall’acido lattico di muscoli 35enni. Si prende l’onere del rigore per riaprire la gara, ma fa fare pure bella figura ad Audero.
All. Fonseca 4 – Il discorso dell’esonero anticipato poteva avere un senso proprio per evitare serate come questa. La squadra è ormai allo sbando e lui dà la sensazione di aver perso completamente lo spogliatoio. Ognuno va per la sua strada e il finale della sua avventura romana si sta trasformando in una disfatta. Se non avesse modi da vero signore staremmo parlando di uno dei peggiori tecnici passati da queste parti ultimamente. Va comunque ringraziato per aver sposato un progetto inesistente due anni fa, quando in Italia nessuno voleva allenare la Roma.