Jordan Veretout torna a parlare. Il centrocampista della Roma ha rilasciato un’intervista alla rivista francese, della quale erano state diffuse alcune anticipazioni nei giorni scorsi. Queste le sue parole:
Il passaggio alla Roma dalla Fiorentina.
Era la logica continuazione della mia carriera. Gioco a calcio per raggiungere obiettivi e raggiungere i massimi livelli. Passando dalla Fiorentina alla Roma ho fatto un bel passo avanti. Quando firmi per la Roma, ti senti subito in un club di alto livello. Dalla prima conferenza stampa sei sbalordito, c’è tanta gente, tanti giornalisti. Non è come in altri club, senza mancare di rispetto a nessuno. Tutto è più grande qui. Prima avevo 5-10 giornalisti davanti a me in una conferenza stampa, qui ne ho 25/30, è impressionante. Lo stesso per le foto di presentazione, devi fare molto, tutto è al quadrato. Qui tutto si moltiplica per 10. È vivendo queste cose che ti rendi conto di aver superato un livello
Come può la Roma tornare a competere con squadre come Juventus o Inter?
Il club ha cambiato proprietà di recente, hanno grandi ambizioni. I Friedkin hanno messo in atto un progetto che sta iniziando a prendere forma. Quando arriva una nuova proprietà non si può cambiare tutto dall’oggi al domani, il miglioramento è graduale. Non puoi passare dal quinto al primo in una volta. La Roma tornerà grande in Serie A, è solo questione di tempo e non mi sembra manchi molto per questo.
Il rapporto con i tifosi?
E’ fantastico! A loro piace vedere i propri giocatori dare il massimo ed è quello che faccio perché do tutto in campo. Quando li incontro per strada o al supermercato mi trattano sempre bene, hanno parole gentile. Tutto questo è incoraggiante, quando cammini per strada, anche se provi ad andare in incognito, vieni fermato e scatti foto ogni 30 secondi con 30 persone . Questo è ciò che rende questa città così affascinante.
Prima di te il rigorista era Francesco Totti
Alla Fiorentina avevo già il ruolo del rigorista, ma calciare un rigore alla Roma è diverso, sei in un club più grande. Devi mantenere la calma. L’anno scorso c’era Kolarov, ricordo che sbagliò un rigore nel primo tempo della partita contro il Napoli, poi io ne segnai un secondo nella ripresa. Per un tiratore non è mai facile calciare dopo aver sbagliato un rigore. Ricordo che Dzeko aveva preso la palla e pensai che fosse pronto per calciare, invece poi andai io. Quando vedi calciatori come Dzeko e Kolarov che si fidano di te, è una vera motivazione. È la prova che stai lavorando bene. La palla era super pesante, però poi quando segni tiri un sospiro di sollievo. Sono davvero felice per questo.
Sei diventato il successore ufficiale di Totti dal dischetto
No, Totti è a parte. Qui a Roma è una leggenda vivente, nessuno può sovrastarlo. Ho avuto modo di parlarci su FaceTime per un minuto ed è stata una cosa impressionante, perché quando sono arrivato alla Roma non l’ho incrociato. Ero felice come un bambino, Totti è considerato in Italia come Zidane in Francia. Ho 28 anni, ho moglie e figli, ma l’ho detto a tutti quando sono tornato a casa. Totti è una leggenda vivente, come lo è De Rossi.
Alcune persone ti presentano come “Il Principe di Roma”: che ne pensi?
Quando leggo queste cose sono contento. È fantastico essere considerati in questa maniera. Rimango concentrato sul mio lavoro e sui miei obiettivi, devo restare con i piedi per terra e continuare a lavorare.
Come vivi questo riconoscimento?
Lo vivo molto bene, è sempre bello vedere le persone che ti guardano e ti ammirano. Devo fare bene in campo per far si che accada ancora.
Cosa metti in campo?
Quando scendo sul terreno di gioco dimentico tutto. La mia ossessione è la vittoria. Quando sono sul prato, sono nella mia zona. La prima volta che ho fatto in uno stadio pieno ero a mio agio, non ho calcolato nulla. Sono sempre concentrato su cosa fare, perché il tuo unico obiettivo deve essere la vittoria.
Cosa dici a te stesso quando riguardi le partite?
Di essere orgoglioso di vedere Jordan che combatte mostrando gli attributi, che dà il massimo sino alla fine e non ha nulla da rimproverarsi e vergognarsi. Sono stato istruito per questo e rimarrò sempre così.
Hai segnato 10 gol in Serie A, secondo centrocampista francese a riuscirci dopo Platini. Che sensazioni hai a riguardo?
È commovente. Platini è una leggenda per tutti i francesi, essere paragonati a lui è lusinghiero. Platini è Platini, è un grandissimo uomo, un grande ex calciatore, io sono Jordan Veretout. Questi paragoni devono farmi ricordare chi sono veramente. Sto facendo la mia carriera, se riesco a segnare di più non mi dispiacerà.
Ti piace di più segnare o fare assist?
Sono due obiettivi importanti, fornire un assist è importante e per un centrocampista è sempre gratificante. È una bella sensazione vincere con la tua squadra. Quando fai solo assist, magari le persone ti si dimenticano e ricordano solo il marcatore. Io dico che non c’è gol senza assist. Non dimentichiamoci poi il lavoro difensivo che è altrettanto importante, in campo non mi tiro mai indietro, il mio lavoro è recuperare palloni e aggredire il portatore di palla. Mi piace recuperare palloni.
Quali sono i tuoi obiettivi?
Quelli di ogni giocatore: essere convocato per la prima volta in Nazionale, giocare la Champions League, vincere dei trofei. Siamo qui per vivere momenti come questi. Ho 28 anni e non ho ancora avuto la possibilità di provarli. Faccio di tutto per ottenerli, spero di riuscirci presto.
Fonte: Onze Mondial