Tra la vittoria in casa del Genoa e l’impegno col Torino nel weekend di campionato, la Roma domani sera ospita allo Stadio Olimpico lo Zorya in Conference League. Alla vigilia della sfida, dopo la seduta di allenamento di rifinitura disputata questa mattina, Josè Mourinho è intervenuto dalla sala stampa del ‘Fulvio Bernardini’ di Trigoria, accompagnato dal centrocampista Jordan Veretout.
Il significato di questa partita per voi?
“Molto semplice: se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia tutto aperto, il destino sarebbe ancora nelle nostre mani. Significa che è una finale per noi e per loro, è una partita importante perché so che sarà dura per noi proseguire con campionato e Conference League ma è un problema che vogliamo avere. Per questa ragione domani giochiamo con la massima forza per cercare di vincere”.
Cosa si aspetta dalla partita di Zaniolo?
“Non si mi aspetto niente in particolare dalla partita di Zaniolo, mi aspetto di tutto dalla squadra. Abbiamo vinto come squadra contro il Genoa e domani dobbiamo vincere come squadra. Non mi aspetto niente di diverso da lui dagli altri. Dal modo in cui ha festeggiato col Genoa è come se avesse giocato 90 minuti come tutti. Mi aspetto un giocatore di squadra, ma niente dal punto di vista individuale”.
Confermerà Rui Patricio in coppa?
“Sì. Non è Rui nei migliori portieri del campionato, ma siamo noi come squadra che prendendo 3 gol a Venezia e Verona riusciamo ad essere tra le migliori squadre dal punto di vista difensivo. Fuzato sta lavorando in modo fantastico: non è un problema se dovesse giocare in campionato o coppa, non sarebbe una notte insonne per me, ho fiducia in lui ed è un’opzione”.
Abraham?
“Sono contento di lui. Quando sei un attaccante di una squadra che crea tanto e che per filosofia è offensiva di solito hai possibilità di segnare di più. Ma aiuta tanto la squadra e in questa costruzione. Non è un problema, sono contento di lui: è un giocatore di squadra, anche difensivamente il modo di pressare è più un giocatore di squadra e ha imparato ad avere un’altra dimensione in questo senso che magari non aveva prima. Ovviamente penso che presto o tardi arriveranno più gol e dopo avrà tutto: lavoro di squadra e situazione individuale di segnare di più. Non sono preoccupato. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio che ha colpito tutti anche i tifosi, ma è un calo normale anche dopo un infortunio con l’Inghilterra, ha fatto 2-3 partite con qualche limitazione. E gioca domani. Se aiuta qualcosa: giocano Zaniolo, Abraham e Rui Patricio, ne mancano 8”.
L’esperimento con la linea difensiva a 3 è legato all’emergenza o si può ripetere?
“Non mi piace giocare a 5 perché una cosa è un concetto di 3 un’altra di 5. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri, in quel momento lì la possibilità di giocare a 3 con El Shaarawy che non è un terzino, abbiamo trovato questa soluzione che è andata secondo me bene a livello di gioco, e non bene a Venezia a livello di risultato ma è andato bene a Genova. La rosa non è stata costruire per giocare a 3, a 3 non hai 4 difensori centrali. Ma abbiamo giocato così e i giocatori hanno fatto uno sforzo per adattarsi, non è una dinamica buona per tutti ma per qualcuno sì. Magari è un’opzione da avere in tasca. Quando recuperiamo tutti l’obiettivo sarà tornare nel modello di gioco che volevamo sviluppare. In emergenza siamo stati costretti a sviluppare questo, sono contento perché lo vedo bene e i giocatori sono contenti. Per El Shaarawy è molto più difficile ad esempio, per qualcun altro è più facile. Cercheremo equilibrio”.
Domani giocate a 4?
“Ti posso dire il quarto giocatore che giocherà, Veretout, non il modulo”.
Vina e Calafiori?
“Si sono allenati con la squadra, adesso abbiamo riunione con tutti per decidere. Come abbiamo deciso per Smalling con Genoa, oggi pomeriggio decideremo. Stanno lì, si sono allenati con la squadra per la prima volta e penso sia possibile che ci siano”.
Cosa ha capito di più?
“Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy ha giocato in quella posizione che non pensavo potesse. La scorsa stagione ho visto un giocatore con problemi fisici, ho sempre pensato fosse un giocatore di qualità e ala offensiva, per giocare una partita e poi riposare. Ha avuto un’evoluzione di giocare per 90′ e ha salvato l’unica opportunità che il Genoa ha avuto. È un giocatore che non ho mai conosciuto. Sono 3-4-5 mesi, qualche volta servono anni, e trovi qualcosa di nuovo in ogni giocatore”.
Ci può parlare della partita di domani? Difficile per lei affrontare squadre sconosciute?
“Non sono squadre sconosciute, abbiamo visto tutte le partite di campionato e coppa, conosciamo l’allenatore e la dinamica di squadra. Il rispetto c’è sempre e anche in questo caso”.