Tramontata ormai da tempo l’ipotesi Tor di Valle, con la revoca da parte del Comune della delibera sul pubblico interesse (c’è un ricorso al Tar da parte di Eurnova e Vitek), dopo l’elezione a sindaco di Roberto Gualtieri (ieri sera all’Olimpico, con Francesco Totti, per seguire Roma-Inter) si torna a parlare di aree alternative per la costruzione della nuova casa della Roma. Alcuni segnali che arrivano dalla società infatti vanno in questa direzione: in primo luogo l’addio di Stefano Scalera, che dal primo gennaio tornerà a lavorare al Mef: il dossier stadio e le relative deleghe sono passate nelle mani del nuovo Ceo Pietro Berardi. C’è poi la questione dell’area. Nei giorni scorsi Dan e Ryan Friedkin hanno chiesto una consulenza a Deloitte per avviare il nuovo progetto e per fare uno studio sulla sostenibilità dell’impianto, che dovrà essere costruito in un’area in cui non dovranno essere fatti interventi massicci sulle infrastrutture. Per questo nelle ultime ore è tornata di moda l’area del Gazometro, in zona Ostiense, anche alla luce di un «non disclosure agreement», un patto di riservatezza che il club giallorosso ed Eni, titolare dei terreni in questione, hanno firmato negli ultimi giorni.
Fonte: Corsera