Ufficiale da sabato scorso, Ainsley Maitland-Niles ha già fatto il suo debutto con la maglia della Roma in occasione della gara contro la Juventus. Oggi l’esterno, che può giocare anche a centrocampo, è intervenuto in conferenza dalla sala stampa del “Fulvio Bernardini” di Trigoria.
Prende la parola il General Manager Tiago Pinto: “Buongiorno a tutti, buon anno. È un piacere vederci qui, anche se abbiamo tanti problemi con il Covid-19. Non risponderò alle vostre domande, alla fine del mercato avremo l’opportunità di chiarire le situazioni di mercato. Oggi mi fa piacere dire 2-3 cose importanti. Maitland-Niles è un calciatore pronto per aiutare la squadra subito, sapete che il mercato di gennaio deve essere anche così. È giovane, può giocare in più ruoli e viene da un campionato impegnativo come la Premier League. Mi fa anche piacere dire che mi ha aiutato tanto a far sì che questa trattativa sia stata possibile, la sua voglia di venire in Italia e a Roma era così grande che ci ha aiutato tanto”.
L’intervento di Maitland-Niles:
Visto la formula del tuo passaggio alla Roma, ti senti di passaggio in Serie A nella Roma o pensi in questa fase della tua carriera di poter rimanere per qualche anno?
“In questo momento preferisco concentrarmi sul presente piuttosto che sul mio contratto. Sono concentrato su me stesso, sul club e soprattutto nel raggiungere gli obiettivi che la Roma persegue in questo momento che è un piazzamento tra le prime quattro”.
Hai subito conosciuto le due facce della Roma nella partita contro la Juventus. Che idea ti sei fatto di quei 7 minuti e delle contraddizioni che hai potuto misurare nei tuoi primi 90′ con la Roma in Serie A?
“Gli alti e bassi fanno parte del calcio, quei 7 minuti ci sono costati cari e la vittoria. C’è stato un calo di concentrazione. Dobbiamo lavorare in questo senso per cambiare la nostra mentalità, per avere la regolarità e la concentrazione per 90′ più gli eventuali minuti di recupero. Si raggiunge questo obiettivo solo lavorando tutti insieme”.
Qual è il tuo giudizio sulla Serie A?
“La Serie A è un campionato molto importante, un po’ diverso dalla Premier, più tattico e mi è sembrato anche molto tecnico. Come la prima partita ha dimostrato, è un campionato nel quale bisogna mantenere la concentrazione altissima dal primo all’ultimo minuto”.
Anche tu come Mourinho, che ha mosso critiche sulla mancanza della mentalità vincente della squadra, hai ravvisato questa mancanza? Tu e Sergio Oliveira potete aiutare a far crescere questa mentalità vincente che manca alla squadra?
“Sì, certamente. Sono convinto che sia io che Sergio Oliveira abbiamo la capacità di trasmettere questa volontà e di aiutare la squadra per poter tutti insieme vincere le partite. Il calcio consiste in questo: vincere le partite, è quello che ci chiede il club e il mister. Se non vinciamo non siamo contenti, motivo per il quale dobbiamo tornare a vincere il prima possibile per tornare a sorridere e ad essere felici”.
Sei il terzo giocatore inglese nella Roma, questo ha influito nella tua scelta? Conoscevi Abraham e Smalling? Una curiosità: in campo e nello spogliatoio parlate in inglese o gli allenamenti si fanno in italiano e ti fai aiutare dal traduttore?
“Conoscevo Tammy (Abraham, ndr) prima di arrivare qui, non conoscevo così bene Chris (Smalling, ndr) e ho avuto il piacere di conoscerlo qui. Capisco la lingua del calcio, anche se il mister parla in italiano riesco a seguire le sue istruzioni perché riesco a contestualizzarle. Per le sfumature mi dà una mano Claudio (il traduttore, ndr)”.
Qual è la tua più grande caratteristica? Dove devi migliorare di più?
“Ritengo di essere un giocatore polivalente, di buona corsa e con molta energia in campo. Sono rapido, forte, abile tecnicamente e con una buona lettura del gioco. Adesso si tratta di mettere in pratica tutte queste qualità affinché le mie prestazioni siano sempre di un livello elevato. Posso migliorare la regolarità di rendimento che mi permetta di avere sempre ottime prestazioni, di non accontentarmi di prestazioni sufficienti e di far sì che ogni azione possa essere incisiva”.
Come sono stati questi primi giorni di allenamento in campo? Il rapporto con i tuoi compagni? Come lavora Mourinho?
“Il primo giorno in particolare è stato frenetico, c’erano tante cose da fare e da sistemare. Ho avuto un solo allenamento prima di giocare la prima partita, che volevo giocare perché sono venuto qui per questo. Il rapporto con compagni e con il mister si è rafforzato, ci conosciamo sempre meglio e anche il mister mi ha potuto vedere all’opera e ha potuto vedere le mie qualità sia in fase difensiva sia in fase propositiva”.