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Roma, quando a salvarti sono i Primavera. Sintomi di un mercato sbagliato

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(Keivan Karimi) – La stagione deludente della Roma può essere salvata dai giovani del vivaio? La risposta probabilmente è no, perché per fare il salto di qualità ogni squadra ha bisogno di uomini forti, d’esperienza e capaci di infondere leadership.

Ma Roma-Verona 2-2 di ieri sera certamente ha fatto intendere come la Primavera di Alberto De Rossi ed i ‘canterani’ fuoriusciti negli ultimi anni rappresentano delle risorse da non snobbare.

Christian Volpato, trequartista italo-australiano classe 2003 ed Edoardo Bove, centrocampista romano del 2002, hanno salvato la Roma di Mourinho da un clamoroso k.o. che avrebbe aperto una crisi profondissima. Senza dimenticare l’italo-polacco Nicola Zalewski e il tanto vituperato Felix Afena-Gyan, ieri criticato ma pur sempre un giovanissimo dalle doti non comuni.

Ragazzi di talento, ma soprattutto con la personalità e la sfrontatezza giusta. Zalewski, Volpato e Bove sono stati messi in campo come mosse della disperazione, si sono invece rivelate pedine ideali per dare vivacità e pericolosità ad una Roma che per 45 minuti sembrava in balia dell’Hellas, neanche stesse giocando contro il Barcellona di Messi e Guardiola.

E proprio dal Barça la Roma dovrebbe prendere spunto. Una squadra dal blasone infinito, ma aiutata spesso dai prodotti del glorioso vivaio. Senza fare dietrologia, basta vedere oggi come Xavi stia risollevando le sorti dei catalani dando fiducia ai vari Pedri, Gavi, Nico Gonzalez o Ansu Fati. Talenti ‘millennials’ con quel quid in più per poter rappresentare già scelte sicure.

Roma storicamente ha tirato fuori pezzi pregiati dai vivai. Capitani come Di Bartolomei, Giannini, Totti e De Rossi. Ma anche tanti ragazzi che hanno comunque svolto una carriera onorevole, da Petruzzi a D’Agostino, passando per Okaka, Politano o Caprari (anche ieri tra i migliori del Verona).

Nessuno chiede a Mourinho di far fuori i titolarissimi e far giocare mezza Primavera. Bensì alla dirigenza di guardare un po’ di più tra le mura di Trigoria. Andare a spendere milioni per cartellini ed ingaggi esosi lontano dai confini italiani per calciatori ‘normali’ è una scelta antiquata e poco saggia. Perché un ragazzo entusiasta come Bove o dalle qualità futuristiche come Volpato non può prendere il posto di un Maitland-Niles o di un Carles Perez qualsiasi?

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