Vigilia di Leicester-Roma. Aspettando il primo atto della doppia sfida delle semifinali di Conference League ecco le parole dei protagonisti. Dopo Rodgers e Pereira, è il turno di José Mourinho. L’allenatore della Roma, che sarà affiancato da Tammy Abraham, parla ai cronisti nella sala stampa del King Power Stadium per la tradizionale conferenza prepartita. Queste le parole di Mourinho:
Ha sentito Ranieri?
Siamo amici, ma non ci siamo sentiti prima della partita. Dico da tanti anni che tanti allenatori in Premier League hanno vinto tanti titoli, tipo Ferguson, Wenger, io, Klopp, Guardiola. Quello che ha vinto Ranieri, che è solo uno, è quello più speciale di tutti. Per questo in questa città è un mito. Giocai quel campionato lì, lo ricordo come un momento importante. Anche se Claudio non è qui, ha fatto bene a ricordarlo. Ovviamente è di Roma e romanista, per lui sarà sicuramente una partita speciale. Se non è qui magari vivrà la partita tra una settimana all’Olimpico con un oppo
L’ultima volta che è arrivato in semifinale non è stato in grado di arrivare in finale… (riferimento all’esonero con il Tottenham prima della finale di Coppa di Lega, ndr). Stavolta ha paura?
No, non ho paura stavolta, spero solo che possiamo vincere. Credo che la Roma, intendendo i miei giocatori e il club, per il lavoro fatto quest’anno per migliorarci, meriti la finale. Il calcio a volte restituisce i meriti, dobbiamo battere una grande squadra e un grande allenatore. Dobbiamo giocare ad alto livello in due partite per raggiungere questo sogno. Non ho paura. Devo ammettere che nella mia lunga carriera mi sono successe tante cose, positive e negative, quell’occasione fu abbastanza unica ma penso anche che il presidente Levy sia una personalità davvero unica nel calcio.
Le divergenze con Rodgers in passato?
Posso dire che siamo stati insieme nel Chelsea e ci siamo divertiti tanto. Posso dire che abbiamo un rapporto d’amicizia, anche se il calcio ti porta in differenti direzioni. Non sono io ad affrontare lui, quindi voglio solo il meglio per lui, ha fatto un bel percorso e ha un futuro davanti, gli auguro il meglio.
Siamo in semifinale, al top di questo percorso. Ora non si può più parlare di una coppa che vale poco… Cosa si prova a tornare in Inghilterra?
Domani giocheremo la tredicesima partita in Conference League. Abbiamo iniziato contro la squadra che avrebbe vinto il campionato turco, ora al punto chiave affrontiamo una squadra da Europa League. E per arrivarci dalla Premier devi essere forte. Ma non è la loro competizione, è la nostra competizione. Abbiamo sofferto e pagato tanto, anche in campionato per aver giocato ogni 3 giorni. Abbiamo 2 diverse possibilità di giocare in Europa League: finire almeno sesti o vincere la Conference. Ma possiamo anche non raggiungerla e questo ti mette pressione, perplessità, dubbi. Il Leicester non ha questa pressione, resteranno noni, noi abbiamo una situazione diversa visto che siamo in lotta con Fiorentina e Lazio. È un momento duro per noi ma siamo motivati.
Ho fatto tante semifinali di tante competizioni, però dico sempre in maniera pragmatica e stupida che le quattro squadre che rimangono hanno il 25% di possibilità di vincere la competizione. Sono vent’anni che dico la stessa cosa, domani abbiamo il 50% di passare il turno e il 25% di vincere la competizione. Non penso se siamo più forti noi o loro, c’è tanto lavoro da fare nel calcio ma anche molto potenziale economico. C’è un limite che solo i soldi ti danno, la differenza tra il quinto e il sesto posto della Serie A con il decimo posto della Premier League esiste in maniera obiettiva e chiara. Se noi, però, miglioriamo come questa tutto può cambiare. Abbiamo perso 2-0 e 3-1 con l’Inter però c’è stata una differenza tremenda nell’approccio, al di là di come finiremo il campionato e la stagione, siamo una squadra con un percorso che piace, che a noi tecnici fa piacere
L’ultima Roma di coppa è stata una squadra offensiva, con Zaniolo accanto a Abraham.
Non voglio rispondere, sicuramente Rodgers non saprà come giocheremo e io altrettanto. Ma abbiamo finito 3-0 con la Lazio con una formazione teoricamente meno offensiva. Buon per me che sono tutti disponibili, ci dà la possibilità di giocare come vogliamo. Abbiamo soluzioni in panchina e non dirò molto altro. Ma se mi chiede se nella prima partita è mantenersi una possibilità per il ritorno, dico di no: giocheremo per vincere. E se perderemo come a Bodo, poi vedremo… Magari è il Leicester che con merito ci porta in una direzione tale da pensare alla vittoria al ritorno, ma domani non giocheremo con quest’ottica.
Le squadre inglesi giocano con un altro ritmo?
È il bello delle competizioni europee, quando ho iniziato ero assistente e viaggiavo tanto. Ci sono sempre principi culturali, così come il modo di valutare la partita può avere influenza. Ma a fare la differenza è avere giocatori che non hai possibilità di avere. E ora in Italia questa possibilità non c’è, guardate Inter-Liverpool… Se guardiamo ad esempio al Leicester, limitandoci ai giocatori offensivi, guardatevi chi sono e quanti sono… Sono tantissimi e parliamo del Leicester, non del Liverpool, del City o del Man Utd. Ma culturalmente anche noi siamo in grado di dare problemi, è il bello del calcio, uno sport che a differenza di altri ti dà la possibilità di vincere contro chi ha più potenzialità. Sarà una partita aperta.
Tra pochi giorni l’anniversario dell’annuncio da allenatore della Roma. Una data che le è rimasta impressa? Un anno fa avrebbe firmato sapendo di essere arrivato a questo punto?
Certo. L’ho detto dal primo giorno, questa è la mia competizione. Magari Brendan non sente lo stesso, visto che ha giocato contro Napoli e Spartak, ma questa è la mia competizione. Ad agosto ci giocavamo i playoff con il Trabzonspor, ora siamo qui. E’ la mia competizione, abbiamo pagato con punti in Serie A. Perché oggi la Fiorentina ha perso? Perché hanno giocato 4 partite in 2 settimane, cosa che non hanno fatto mai. Chi non paga con i punti sono squadre che hanno tutti giocatori dello stesso livello. Se siamo qui dopo quello che abbiamo lasciato per strada, dobbiamo prenderci questa semifinale con due mani e lottare fino in fondo.
Terza semifinale della Roma negli ultimi 5 anni. Un dato fine a se stesso?
Prima di tutto c’è il merito, in Champions League arrivano anche squadre che accumulano un certo coefficiente, spero che la Roma possa entrare in questa nuova Champions League. Se tu arrivi in semifinale, se non arrivi in finale significa poco.
Cosa ne pensa di ten Hag al Manchester United?
Non è più la mia squadra. Non parlo di altri club, solo del mio.