Torna a parlare José Mourinho in vista dell’ultima sfida casalinga della stagione della Roma: domani all’Olimpico i giallorossi riceveranno il Venezia, in lotta per la salvezza, nella penultima giornata di Serie A. Alle 16.00 è iniziato l’intervento del tecnico giallorosso in conferenza dalla sala stampa del “Fulvio Bernardini” di Trigoria. Ecco le sue dichiarazioni:
L’ultima giornata di campionato ha rimesso in discussione i posti per la qualificazione in Europa League tramite la Serie A. C’è il rischio che la finale di Tirana tolga concentrazione ai suoi contro Venezia e Torino?
“Spero di no, penso di no. Mi sembra che magari ci sia gente anche interessata che noi finiamo ottavi e con la speranza che vinciamo la finale perché in questo modo sarebbe fantastico per il calcio italiano avere otto squadre in competizione europee l’anno prossimo. Questo, però, non si deve fare a costo di ingiustizie e di mancanza di rispetto per gente che lavora tanto come noi facciamo. Penso che non ci sarà mancanza di concentrazione nelle ultime due partite. Contro la Fiorentina la squadra era stanca e loro avevano un motore diverso rispetto al nostro. Hanno giocato veramente bene, ma siamo un po’ stanchi degli arbitri al Var, di avere un problema dopo la nostra gara, di vederli punti senza poter lavorare 3-4-5 settimane come è successo spesso. Questo è un modo del potere di dire che hanno sbagliato, ma alla fine hanno sbagliato, sono puniti ma dove sono i punti? Questo è il problema. Se arriviamo in questo momento dove tutto è aperto per finire tra il quinto e l’ottavo posto, non voglio dire lo stesso che ha detto il PSV dopo la fine del campionato in Olanda: non voglio dire complimenti all’Ajax, agli arbitri e al Var. Voglio finire quinto o sesto, è quello che voglio e cercheremo di farlo in queste ultime due partite, è il nostro obiettivo e dove siamo stati praticamente tutta la stagione. Non ho paura della mancanza di concentrazione”.
La Roma è la squadra italiana che alla fine della stagione avrà giocato più partite, come si possono gestire le energie in vista delle 3 partite ravvicinate. Domani rivedremo la migliore formazione possibile? Come intendete gestire Mkhitaryan?
“Non c’è gestione di Mkhitaryan, è infortunato. Non è che non lo facciamo giocare domani per prevenzione o perché pensiamo di risparmiarlo o per non correre rischi, è un giocatore infortunato e non entra in questo tipo di gestione. Non abbiamo la rosa per fare cambi drammatici, non abbiamo il livello di esperienza e non abbiamo due giocatori molto simili per posizioni in modo che possa dire che domani faremo 8-9 cambi per gestire. Dobbiamo vincere domani perché abbiamo bisogno di punti, perché è l’ultima partita in casa, perché se vinciamo affrontiamo l’ultima partita come padroni del nostro destino senza aspettare cosa succederà sabato e domenica. Dobbiamo vincere domani con tutto il rispetto per il nostro avversario, che è possibile che domani si gioca il futuro. Pensiamo a domani, gestione minima, faremo un paio di cambi sicuramente. Magari faremo un paio di cambi domani e cambi diversi col Torino. Ma non possiamo fare cambi molto molto grandi”.
Recupererete Mkhitaryan per la finale?
“Non lo so, oggi non è neanche un dubbio per domani. Non sarà neanche in panchina. È completamente fuori”.
Al di là delle valutazioni tecniche, come mentalità Zalewski può essere considerato uno dei simboli di questa squadra per aver sfruttato l’opportunità concessa e la disponibilità mostrata in campo?
“Non faccio un grande differenza di mentalità e di atteggiamento tra Zalewski ed altri giovani ragazzi. La differenza è che per lui è arrivata un’opportunità in modo consistente, in un momento in cui la squadra necessitava di un’opzione in quella posizione e lui era preparato per questa opportunità. Abbiamo deciso di metterlo lì quando perdevamo 2-0 col Verona. Senza Spinazzola ed El Shaarawy e solo con Viña che è un giocatore diverso, ha avuto un’opportunità. Era preparato, è questione di opportunità. Se arriva un’opportunità di questo genere per un altro dei giovani ragazzi, magari la prenderà allo stesso modo. Lui è rappresentativo di quello che siamo e vogliamo noi, del nostro rapporto con la squadra Primavera, con mister De Rossi, con Vergine e Bruno Conti. Tiago Pinto è molto forte a creare questo tipo di rapporto. Nella prossima pre-stagione prenderemo altri 3-4 ragazzi per crescere con noi, per diventare subito parte del nostro gruppo. In questo senso Zalewski rappresenta un caso di successo molto molto positivo per noi”.
Ha fatto un’intervista con Sky Sport inglese in cui ha parlato della prossima stagione e dei primi posti, dicendo che si può provare a prendere il 4° posto. Cosa serve per sognare un giorno che lei possa dire ‘Noi vogliamo andare lì’? Arriverà un momento in cui anche la Roma potrà fare questo salto?
“Penso di sì. L’organizzazione è importante, penso che l’abbiamo, e stiamo crescendo a livello organizzativo. Paragonando noi ad agosto e noi oggi c’è stato un grande lavoro a tutti i livelli. Tempo, il mio contratto ha altri due anni: il tempo è necessario. Quando parliamo di Zalewski parliamo di giocatori che hanno bisogno di tempo, ci sono altre squadre dove il tempo non è necessario e neanche esiste. Dopo è una questione di qualità e quantità perché noi quest’anno abbiamo sofferto in determinati momenti anche per una questione di quantità. L’altro giorno, dopo la partita di Firenze, sono stato in diretta con un signore che mi chiedeva della differenza di verticalità, intensità e non, ed ho detto che la differenza sono 140 km di calcio, vedi quanti minuti hanno giocato i nostri giocatori e questo si paga. È facile sapere quanti km hanno corso in questa stagione Ibañez e Cristante, solo per dirne due. Siamo tutti consapevoli di questo. Penso che mi devo scusare con voi perché non faccio mai interviste con voi, l’ho fatta con il canale inglese perché sono amico del giornalista da tanti anni, per giustificare che è venuto qui mi devo scusare con voi. Però questa è la verità: la proprietà vuole arrivare e io anche, se non volessi arrivare non sarei venuto qui. Abbiamo organizzazione, tempo e qualche talento, abbiamo un talento molto molto importante che è la passione dei tifosi. A poco a poco dobbiamo continuare a migliorare, vediamo che può succedere la prossima estate. Abbiamo ancora tre partite da giocare, basta parlare del prossimo anno”.
Lei ha parlato di famiglia dopo Roma-Leicester, in quali altri aspetti vede migliorata la squadra rispetto a quando è arrivato?
“Non voglio parlare come se la stagione fosse finita, non voglio fare questa analisi globale. Abbiamo tre partite da giocare e sono tutte importanti, ovviamente dal punto di vista emotivo e del significato la prossima finale è una finale che non si gioca da tanto. Ma per noi queste sono due partite importanti”.
Domani sarà l’ultima partita all’Olimpico, sarà un modo per ringraziare i tifosi.
“Abbiamo deciso internamente che il minimo che possiamo fare è ringraziare i tifosi. Io posso ringraziarli qui, i giocatori possono farlo sui social media, ma è più simbolico che dopo la partita lo faremo tutti insieme domani in campo: il loro sostegno e il loro amore è stato in campo e dobbiamo ringraziarli lì. Al di là del risultato di domani e del mio piede che Kumbulla ha distrutto ieri, dopo la partita dobbiamo fare il giro di campo e ringraziarli, è il minimo. Se lo facciamo dopo una vittoria, lo faremo col sorriso. Dobbiamo farlo perché sono stati veramente fantastici. Prima di finire, con un giorno di ritardo auguri a mister Zeman per il suo compleanno ieri”.